Strage a Kiev: raid russo uccide anche una bambina.

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Nella Notte Record di 122 Droni Russi Kamikaze: Kiev Sotto Attacco, 3 Morti, Inclusa una Bambina
Kiev, Ucraina - Una notte di terrore ha colpito la capitale ucraina, con un attacco massiccio di 122 droni kamikaze russi, un numero senza precedenti secondo le autorità locali. L'attacco, avvenuto nelle prime ore del mattino, ha causato la morte di tre persone, incluso una bambina, e numerosi feriti. La difesa aerea ucraina ha dichiarato di aver abbattuto un numero significativo di droni, ma molti sono riusciti a raggiungere i loro obiettivi, causando ingenti danni alle infrastrutture civili e residenziali.
Le sirene di allarme aereo hanno risuonato incessantemente per ore, mentre i residenti cercavano rifugio nei bunker e nelle stazioni della metropolitana. Oleksandr, un residente di Kiev, ha raccontato di aver sentito "esplosioni fortissime" vicino al suo appartamento. "Eravamo terrorizzati. Abbiamo preso i bambini e siamo corsi nel rifugio più vicino", ha aggiunto.
Il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, ha espresso la sua indignazione per l'attacco, definendolo un "atto di barbarie". In un comunicato ufficiale, Klitschko ha affermato: "La Russia sta deliberatamente terrorizzando la popolazione civile. Non ci faremo intimidire e continueremo a difendere la nostra terra". Ha inoltre invitato i cittadini a rimanere vigili e a seguire le istruzioni delle autorità.
Le autorità ucraine stanno lavorando attivamente per valutare l'entità dei danni e fornire assistenza alle vittime. Numerose squadre di soccorso sono impegnate nella rimozione delle macerie e nella ricerca di eventuali sopravvissuti.
La comunità internazionale ha condannato fermamente l'attacco. Il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha rilasciato una dichiarazione in cui esprime "profonda preoccupazione" per l'escalation della violenza in Ucraina e chiede un immediato cessate il fuoco.
La guerra in Ucraina continua a mietere vittime innocenti, e questo ultimo attacco dimostra la determinazione della Russia a proseguire la sua offensiva, nonostante le condanne internazionali e le sanzioni economiche.
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