Papa Francesco: Israele deve liberare gli ostaggi

Replica di Israele al "dolore" del Papa per i bombardamenti a Gaza
Il Pontefice, durante l'Angelus di domenica, aveva espresso profonda preoccupazione per i nuovi pesanti bombardamenti su Gaza, manifestando il suo dolore per le vittime civili.La risposta di Israele non si è fatta attendere. In una dichiarazione ufficiale rilasciata a seguito delle parole di Papa Francesco, il governo israeliano ha sottolineato l'importanza di una informazione accurata e oggettiva sulla situazione, evidenziando la necessità di considerare il contesto del conflitto.
"Il Papa deve comprendere la realtà della situazione. Gli attacchi a Gaza sono una risposta diretta agli attacchi terroristici di Hamas, che ha preso in ostaggio civili israeliani", si legge nel comunicato.
Il governo israeliano ha poi ribadito la sua priorità: il ritorno degli ostaggi.
"Il nostro dovere primario è la sicurezza dei nostri cittadini e il ritorno immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi tenuti prigionieri da Hamas. Ogni sforzo è concentrato su questo obiettivo", prosegue la dichiarazione.
La replica di Israele pone l'accento sul dovere del Papa di riferire correttamente i fatti, evitando di presentare una narrazione parziale che potrebbe minimizzare o ignorare la gravità degli atti terroristici subiti da Israele.
La situazione resta estremamente tesa e complessa. Le parole del Papa e la risposta del governo israeliano evidenziano le difficoltà nel trovare un linguaggio comune e una rappresentazione condivisa di una realtà marcata da dolore e sofferenza su entrambi i fronti.
Il dibattito internazionale sul conflitto israelo-palestinese prosegue, con le diverse parti coinvolte che cercano di far valere le proprie ragioni in un contesto drammatico e in continua evoluzione. Si attende ora l'evoluzione della situazione sul terreno e le eventuali reazioni della Santa Sede.
La crisi umanitaria a Gaza rimane al centro dell'attenzione mondiale, con la necessità di garantire aiuti immediati e a lungo termine alla popolazione colpita.
La ricerca di una soluzione pacifica e duratura resta una priorità fondamentale per la comunità internazionale.
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