Israele: nuove proteste di massa contro Netanyahu a Tel Aviv

Lapid Accusa: Netanyahu Spinge verso la Guerra Civile
Tel Aviv in fiamme: Migliaia di manifestanti sfilano contro la controversa riforma giudiziariaLa tensione in Israele è alle stelle. Yair Lapid, leader del partito Yesh Atid e figura di spicco dell'opposizione, ha lanciato accuse gravissime contro il governo di Benjamin Netanyahu, accusandolo di voler deliberatamente scatenare una guerra civile. "Questo governo sta facendo di tutto per iniziare una guerra civile", ha dichiarato Lapid durante un acceso comizio, "e Netanyahu sta apertamente spingendo verso questo."
Le parole di Lapid, pronunciate di fronte ad una folla immensa raccolta a Tel Aviv, seguono settimane di proteste di massa contro la riforma giudiziaria promossa dall'esecutivo. Le manifestazioni, che coinvolgono centinaia di migliaia di persone, hanno paralizzato in più occasioni il paese, dimostrando un'opposizione senza precedenti alla linea politica del governo.
Le modifiche proposte alla giustizia israeliana, secondo i critici, indebolirebbero la Corte Suprema e minerebbero lo stato di diritto, concentrando un potere eccessivo nelle mani dell'esecutivo. Questa prospettiva ha mobilitato una vasta fetta della popolazione, che teme un'erosione delle istituzioni democratiche e un'accentuazione delle divisioni sociali già profonde all'interno del paese.
La situazione è particolarmente tesa. L'accusa di Lapid, che non lascia spazio a interpretazioni, pone un'ombra ancora più pesante sulla già precaria stabilità politica israeliana. La retorica infuocata dei discorsi pubblici, da entrambe le parti dello spettro politico, alimenta ulteriormente le preoccupazioni circa un'escalation della violenza e il rischio concreto di una frattura sociale irreversibile. La comunità internazionale osserva con crescente apprensione gli sviluppi in Israele, sollecitando un dialogo costruttivo e un percorso di compromesso per scongiurare un'ulteriore polarizzazione del paese.
Il futuro di Israele rimane incerto, con il rischio di una profonda crisi politica e sociale che incombe minacciosamente all'orizzonte. Le proteste a Tel Aviv, e in altre città del paese, continuano senza sosta, testimonianza di una popolazione determinata a difendere le proprie convinzioni e a contrastare ciò che considera una deriva autoritaria. L'appello alla moderazione e al dialogo diventa sempre più urgente, in un momento di così grande fragilità per lo stato ebraico.
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