Italia: negozi in picchiata, 117mila chiusure in dodici anni. Il Sud resiste meglio.

Crollo record del commercio al dettaglio: il Nord cede, il Sud resiste
L'Italia piange la scomparsa di 117.000 negozi negli ultimi 12 anni. Un dato allarmante che dipinge un quadro complesso e differenziato a livello territoriale. Mentre al Nord si registra un pesante default nel settore retail, con perdite significative di attività commerciali, il Centro-Sud dimostra una maggiore resilienza, seppur in un contesto generale di crisi.
Secondo recenti analisi di settore, le regioni settentrionali mostrano i segni più evidenti di questo drammatico tracollo. La concorrenza agguerrita dell'e-commerce, l'aumento dei costi di gestione, la crisi economica e la difficoltà di accesso al credito hanno contribuito a un'emorragia di negozi, soprattutto nelle città più piccole e nei centri storici. Molti commercianti, impossibilitati a sostenere i pesanti oneri, hanno dovuto abbassare le saracinesche per sempre, lasciando vuoti significativi nel tessuto urbano e commerciale. La desertificazione commerciale, quindi, non è un problema solo estetico, ma anche sociale ed economico.
Al contrario, le regioni del Centro-Sud, pur risentendo della crisi, dimostrano una maggiore capacità di resistenza. Vari fattori possono spiegare questo diverso trend. In alcune zone, la presenza di una più forte economia locale, legata spesso al settore turistico o agricolo, ha contribuito a mitigare l'impatto negativo del crollo del commercio al dettaglio. Inoltre, in alcuni contesti, la presenza di un'economia più frammentata e basata su piccole e medie imprese a carattere familiare, ha consentito una maggiore flessibilità e adattamento alle sfide del mercato.
Questo dato, però, non deve ingannare: anche il Centro-Sud è in difficoltà. La chiusura dei negozi, seppur in misura minore rispetto al Nord, rappresenta una seria minaccia per l'economia e l'occupazione del Paese. È necessario, dunque, un intervento urgente e coordinato da parte delle istituzioni per contrastare questa tendenza negativa e supportare le imprese in difficoltà.
Le soluzioni potrebbero passare attraverso una rimodulazione degli incentivi fiscali, un sostegno più concreto alle piccole e medie imprese, la promozione dell'innovazione tecnologica e una maggiore integrazione tra il commercio tradizionale e quello online. Inoltre, una politica di riqualificazione urbana e di valorizzazione dei centri storici potrebbe contribuire a rendere più attraenti queste aree e a rilanciare il commercio al dettaglio.
Il futuro del commercio al dettaglio in Italia è appeso a un filo, ma la risposta alla crisi potrebbe risiedere in una profonda riorganizzazione del settore e in un'azione sinergica tra pubblico e privato. L'obiettivo è quello di salvaguardare non solo le attività commerciali, ma anche il tessuto sociale e culturale del Paese.
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