Ue: scontro sul riarmo, i leader divisi sui fondi.

Ue: Unità (quasi) totale su Ucraina, ma la strada per la pace resta in salita
Il vertice europeo di Bruxelles ha concluso i lavori con una dichiarazione congiunta sull'Ucraina, firmata da 26 Stati membri. L'assenza di Viktor Orbán, primo ministro ungherese, ha segnato ancora una volta la linea di frattura all'interno dell'Unione Europea riguardo al supporto a Kiev. Nonostante ciò, la maggioranza dei leader ha ribadito con forza l'impegno a sostenere l'Ucraina nella sua lotta contro l'aggressione russa, riaffermando l'obiettivo di una pace giusta e duratura, ottenibile però attraverso il mantenimento di una forte pressione sulla Russia.
La dichiarazione sottolinea l'importanza di continuare a fornire aiuti militari e finanziari a Kiev, un punto su cui si è registrato un ampio consenso. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha dichiarato: "Il nostro sostegno all'Ucraina non vacillerà. Dobbiamo garantire che Kiev disponga delle risorse necessarie per difendere la propria sovranità e integrità territoriale."
Il vertice si è concentrato anche sulla necessità di rafforzare le capacità di difesa europea, un tema che ha acceso un acceso dibattito tra i leader. La prima ministra estone, Kaja Kallas, ha espresso la necessità di un impegno maggiore da parte degli Stati membri: "Fare di più, per chi può", ha affermato, sottolineando l'urgenza di investimenti in armamenti e nella cooperazione militare tra i paesi dell'Unione.
La "guerra dei numeri", come è stata definita da alcuni osservatori, si è concentrata sulla quantificazione degli aiuti militari e finanziari futuri. Divergenze di opinione tra i diversi Stati membri, soprattutto per quanto riguarda le spese militari, hanno evidenziato la sfida di raggiungere una posizione unanime sulla strategia a lungo termine per l'Ucraina. Tuttavia, la dichiarazione finale rappresenta un segnale di unità, seppur fragile, nella determinazione ad accompagnare l'Ucraina nel suo percorso verso la pace e la ricostruzione.
Il futuro dell'assistenza all'Ucraina, e il necessario coordinamento per garantire la sua efficacia, resterà al centro dell'agenda europea nei prossimi mesi. La sfida sarà quella di mantenere unita la posizione dell'Unione Europea di fronte alle pressioni interne e alle evoluzioni della situazione sul campo.
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