Privacy a rischio: il Pd attacca Piantedosi sul riconoscimento facciale negli stadi

Riconoscimento facciale negli stadi: scontro politico sul sistema biometrico
Un'interrogazione parlamentare al Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, sta scatenando un acceso dibattito sul sistema di riconoscimento facciale impiegato negli stadi Olimpico di Roma e San Siro di Milano. Il Pd ha accusato il governo di violare le leggi sulla privacy, mentre la Lega di Serie A ha ribadito il rispetto delle normative vigenti.
Il software in questione, di cui non sono stati resi noti dettagli specifici, analizza le immagini biometriche dei volti dei tifosi presenti negli impianti sportivi, consentendo l'identificazione di individui sospettati di aver commesso reati. Secondo i senatori del Partito Democratico, l'utilizzo di tale tecnologia senza un adeguato quadro normativo e senza un'informativa chiara agli interessati rappresenta una grave violazione del diritto alla privacy, sancito dal GDPR e dalla legislazione italiana. L'utilizzo del riconoscimento facciale, sostengono, dovrebbe essere consentito solo in casi eccezionali e con garanzie molto stringenti.
La Lega di Serie A, invece, ha replicato sostenendo che l'impiego del sistema di videosorveglianza biometrica è pienamente conforme alle leggi in vigore. La Lega ha sottolineato l'importanza di garantire la sicurezza all'interno degli stadi e la necessità di strumenti tecnologici avanzati per contrastare la violenza e i comportamenti illegali. Non sono state fornite, tuttavia, ulteriori precisazioni sul tipo di autorizzazioni ottenute e sulle garanzie previste per la protezione dei dati personali dei tifosi.
L'interrogazione parlamentare, presentata dal Partito Democratico, chiede al Ministro Piantedosi di fornire chiarimenti sull'utilizzo del sistema di riconoscimento facciale negli stadi, specificando le basi giuridiche che ne legittimano l'impiego, le garanzie per il rispetto della privacy e le misure adottate per prevenire eventuali abusi. La risposta del Ministro è attesa con trepidazione, in quanto potrebbe definire le linee guida future sull'utilizzo di questa tecnologia negli spazi pubblici, aprendo un importante dibattito etico e giuridico.
La questione solleva interrogativi cruciali sul bilanciamento tra sicurezza pubblica e tutela della privacy in un'epoca sempre più digitale. L'uso di tecnologie avanzate come il riconoscimento facciale impone una riflessione attenta sulle implicazioni etiche e sulle garanzie necessarie per evitare il rischio di sorveglianza di massa e di discriminazione.
Il dibattito è appena iniziato e si prospetta acceso, con importanti implicazioni per il futuro della sicurezza negli stadi e per il rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini.
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