Calenzano: il mancato blocco delle autobotti Enı costò 255.000 euro, secondo la Procura

Strage di Calenzano: sette manager Eni e due di Sergen indagati
Grave colpo nell'inchiesta sulla tragedia del deposito GPL di Calenzano, in provincia di Firenze, che nel 2023 costò la vita a cinque persone e ne ferì ventisette. La Procura di Prato ha notificato avvisi di garanzia a sette dirigenti dell'Eni e a due della Sergen, ditta appaltatrice coinvolta nella gestione del sito. L'accusa è di disastro colposo plurimo e omicidio colposo.
Secondo le indagini, l'esplosione sarebbe stata causata da una serie di gravi negligenze nella gestione della sicurezza del sito. Il pubblico ministero avrebbe evidenziato come l'Eni, pur a conoscenza di potenziali rischi, avrebbe continuato a far operare le autobotti per non perdere circa 255.000 euro. Questa cifra, secondo l'accusa, rappresentava il profitto derivante dal continuo utilizzo delle autobotti, nonostante le segnalazioni di potenziali problemi di sicurezza. Una scelta, dunque, che avrebbe privilegiato l'aspetto economico a discapito della sicurezza dei lavoratori e della popolazione residente nelle vicinanze.
L'inchiesta si concentra su possibili omissioni e sulla mancanza di adeguate misure di prevenzione. Si ipotizza che la mancata manutenzione di alcune apparecchiature, unita alla prosecuzione delle attività nonostante le segnalazioni di anomalie, abbiano contribuito a creare le condizioni che hanno portato alla devastante esplosione. Le indagini, ancora in corso, mirano a ricostruire nel dettaglio la catena degli eventi che ha portato alla tragedia e ad accertare le responsabilità dei vari soggetti coinvolti.
La notizia ha suscitato sdegno e dolore nelle famiglie delle vittime, che chiedono verità e giustizia per la perdita dei loro cari. Gli avvocati delle parti civili si preparano ad azioni legali per ottenere risarcimenti adeguati e per far luce su quanto accaduto. Il processo si preannuncia lungo e complesso, con la necessità di analizzare una grande quantità di documentazione tecnica e testimonianze.
La vicenda di Calenzano rappresenta un drammatico esempio di come la priorità data al profitto possa avere conseguenze disastrose. L'attenzione si concentra ora sul lavoro degli inquirenti e sulla possibilità di fare piena luce sulle responsabilità, affinché simili tragedie possano essere evitate in futuro. È necessario, inoltre, che vengano rafforzati i controlli e le norme sulla sicurezza nei siti di stoccaggio di materiali pericolosi.
La Procura di Prato, nel proseguimento delle indagini, sta valutando ulteriori elementi e acquisendo ulteriori documenti. Il lavoro investigativo si concentrerà sulla ricostruzione puntuale delle procedure di sicurezza adottate e sul ruolo di ciascun responsabile. L'obiettivo è quello di stabilire con certezza le responsabilità di tutti gli imputati e di garantire che si faccia giustizia per le vittime e le loro famiglie.
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