Calenzano, disastro: Eni antepose il profitto alla sicurezza, accusa la procura.

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Calenzano, strage al deposito: 9 avvisi di garanzia, nel mirino Eni e Sergen
Svolta nell'inchiesta sulla tragica esplosione avvenuta quest'anno al deposito di Calenzano (Firenze) che ha causato la morte di cinque persone e il ferimento di altre ventisette. La Procura di Prato ha notificato avvisi di garanzia a sette manager di Eni e a due responsabili della ditta appaltatrice Sergen.
Le accuse ipotizzate dagli inquirenti sono pesanti e riguardano la presunta violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro. L'inchiesta si concentra in particolare sulle procedure di controllo e manutenzione all'interno del deposito, e sulle misure adottate per prevenire incidenti.
Secondo quanto emerso dalle indagini, e riportato da fonti giudiziarie, gli inquirenti ritengono che un'eventuale interruzione del flusso di autobotti, dovuta ad anomalie riscontrate, avrebbe comportato per Eni una perdita economica stimata intorno ai 255.000 euro. Una cifra che, secondo l'accusa, potrebbe aver influito sulle decisioni prese in materia di sicurezza.
BRLa Procura di Prato sta ora valutando le posizioni dei nove indagati, e nelle prossime settimane potrebbero essere disposte ulteriori perizie tecniche per accertare le cause precise dell'esplosione e le eventuali responsabilità. BRLe famiglie delle vittime attendono giustizia e verità su quanto accaduto quel tragico giorno a Calenzano.
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