Sangare nega il delitto Verzeni in aula
Sangaré ritratta la confessione: "Non ho ucciso Sharon Verzeni"
Un colpo di scena sconvolgente nel processo per l'omicidio di Sharon Verzeni, avvenuto a Terno d'Isola il 29 luglio. Moussa Sangaré, che aveva inizialmente confessato l'efferato delitto, si è ribaltato completamente in aula, dichiarando con fermezza: "Non sono stato io". La notizia ha gettato nello sconforto i familiari della vittima, già provati da un dolore immenso e ora alle prese con un nuovo, agghiacciante dubbio.
La dichiarazione di Sangaré ha rimescolato le carte del processo, aprendo scenari investigativi inaspettati. La Procura dovrà ora riesaminare attentamente tutti gli elementi a disposizione, valutare la credibilità della ritrattazione e approfondire eventuali nuove piste investigative. La difesa di Sangaré, naturalmente, si aggrappa a questa nuova versione dei fatti, cercando di dimostrare l'innocenza del proprio assistito.
La gravità della situazione è sottolineata dal profondo dolore espresso dai familiari di Sharon Verzeni. Le loro parole, cariche di sofferenza e di incredulità, testimoniano l'impatto devastante di questa nuova svolta processuale. L'incertezza sul colpevole, dopo una confessione iniziale, li lascia in uno stato di angoscia ancora più profondo, alimentando la sete di giustizia e verità.
Intanto, è stata fissata per il 1° aprile la data della perizia psichiatrica su Sangaré. Quest'esame sarà fondamentale per valutare lo stato mentale dell'imputato al momento della confessione e della successiva ritrattazione, e per comprendere le motivazioni alla base di questo clamoroso cambio di versione. Gli esperti dovranno analizzare attentamente la sua capacità di intendere e di volere, un aspetto cruciale per il proseguimento del processo.
La vicenda resta avvolta nel mistero, con interrogativi ancora senza risposta. L'inchiesta prosegue, e solo il tempo e le indagini potranno far luce sulla verità dietro l'omicidio di Sharon Verzeni, restituendo, si spera, un po' di pace ai suoi cari.
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