Netanyahu e la guerra: una mossa di sopravvivenza?

Ben-Gvir torna nel governo: Netanyahu vince la sua partita?
Itamar Ben-Gvir è di nuovo parte integrante del governo israeliano. Dopo le dimissioni di gennaio, presentate in seguito a quello che lui stesso definì uno "scandaloso" accordo con Hamas, il leader di Otzma Yehudit ha deciso di rientrare nell'esecutivo. Una mossa che, a detta degli analisti, consegna a Benjamin Netanyahu la maggioranza necessaria per approvare il controverso bilancio di stato e superare indenne la crisi politica scatenata dal suo fallito tentativo di licenziare il capo dei servizi segreti, Ronen Bar.
La decisione di Ben-Gvir, annunciata ieri sera, chiude un capitolo turbolento della politica israeliana. La sua uscita dal governo aveva infatti provocato un periodo di grande instabilità, mettendo in discussione la stessa sopravvivenza dell'esecutivo Netanyahu. Ora, con il ritorno del ministro della Sicurezza Nazionale, il Primo Ministro sembra avere finalmente i numeri per far approvare il bilancio, evitando una crisi governativa che avrebbe potuto avere conseguenze devastanti sull'economia e sulla stabilità politica del paese.
Ma qual è la vera posta in gioco? Molti osservatori politici interpretano il rientro di Ben-Gvir come una manovra strategica di Netanyahu. La teoria più accreditata dipinge il Primo Ministro come un abile stratega che ha orchestrato la crisi per rafforzare la sua posizione e ottenere un maggiore controllo sul governo. "Netanyahu ha ripreso la guerra per salvarsi", ha affermato un analista politico intervistato da una testata internazionale, riferendosi alle tensioni con Hamas e alla conseguente crisi interna. In questa prospettiva, il ritorno di Ben-Gvir, con la conseguente stabilizzazione del governo, sarebbe il risultato di una calcolata strategia di potere.
La situazione rimane comunque delicata. Le tensioni con i palestinesi non sono certo scemate e l'approvazione del bilancio potrebbe portare a nuove proteste e divisioni all'interno della società israeliana. Il ritorno di Ben-Gvir, figura controversa e spesso accusata di estremismo, non fa che aumentare l'incertezza sul futuro del paese. Resta da vedere se questa apparente stabilità politica sia effettivamente duratura, oppure solo una tregua temporanea in un contesto geopolitico estremamente complesso e volatile.
Il futuro del governo Netanyahu, dunque, rimane appeso a un filo. La mossa di Ben-Gvir rappresenta un successo tattico per il Primo Ministro, ma non elimina le profonde divisioni che caratterizzano la società israeliana e le numerose sfide che attendono il suo governo nei prossimi mesi.
(