Auto elettriche e industria militare: Schlein e Elkann contro la conversione.

Auto elettriche e industria militare: Schlein e Elkann contro la conversione.

La crisi Stellantis: accuse incrociate e futuro incerto

La situazione a Stellantis è esplosa in un botta e risposta tra esponenti politici ed industriali. Carlo Calenda, leader di Azione, ha sferzato il governo accusando una grave mancanza di assunzione di responsabilità di fronte alla crisi occupazionale che sta investendo il settore automobilistico. "È inaccettabile la situazione che si sta creando" ha dichiarato Calenda, sottolineando la necessità di interventi decisi e concreti per salvaguardare i posti di lavoro.

La sindaca di Torino, Chiara Appendino, ha rincara la dose, con parole durissime nei confronti dell'azienda: "Stellantis produce più cassintegrati che auto". Un'affermazione forte, che evidenzia l'allarme sociale che sta montando in Piemonte e in tutto il Paese a fronte delle prospettive di forti ristrutturazioni. Appendino ha chiesto un impegno concreto da parte del Governo per contrastare questa tendenza drammatica e per garantire un futuro dignitoso ai lavoratori del settore.

Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, ha puntato il dito contro la conversione di parte della produzione automobilistica verso il settore della Difesa, definendola pura propaganda. "Si tratta di una scelta strategica sbagliata, che non risolve i problemi dell'occupazione e che anzi li aggrava", ha affermato Schlein, chiedendo un'inversione di rotta e maggiori investimenti in ricerca e sviluppo per il settore automobilistico civile.

John Elkann, presidente di Stellantis, ha risposto alle critiche con un appello al futuro: "Il futuro dell'industria automobilistica non è l'industria bellica". Una dichiarazione che sembra voler smentire le accuse di conversione totale verso il settore militare, ma che lascia comunque aperte molte questioni riguardo al piano industriale dell'azienda e alle prospettive occupazionali per i dipendenti. L'incertezza regna sovrana, mentre si attende una risposta concreta da parte del governo e dell'azienda alle preoccupazioni sollevate.

La situazione rimane quindi molto tesa. La sfida è quella di trovare soluzioni condivise in grado di conciliare le esigenze dell'industria con la salvaguardia dei posti di lavoro. Il dibattito politico, acceso e ricco di accuse reciproche, non aiuta certo a trovare una via d'uscita dalla crisi, rendendo ancora più incerto il futuro di migliaia di lavoratori.

(19-03-2025 16:13)