Caso Verzeni, Sangare nega: "Non sono stato io ad uccidere Sharon".

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Omicidio Verzeni, il dolore si acuisce: Sangare ritratta e la famiglia reagisce
Chignolo d'Isola, Bergamo - Il caso dell'omicidio di Sharon Verzeni, avvenuto lo scorso [Data dell'omicidio], continua a tenere banco e a generare dolore e sconcerto. L'ultimo colpo di scena è arrivato dalla ritrattazione di Ibrahima Sangare, il principale indiziato, che ha negato ogni coinvolgimento nell'uccisione della giovane donna.
"Non ho ucciso Sharon", ha dichiarato Sangare durante l'ultima udienza. Una dichiarazione che ha scosso la famiglia Verzeni, già provata dalla terribile perdita.
"Ci fa soffrire ancora di più", ha commentato un membro della famiglia Verzeni, visibilmente commosso, all'uscita del tribunale. "Vederlo negare, dopo tutto quello che è successo, è insopportabile. Speravamo in una confessione, in un minimo di pentimento, ma ci troviamo di fronte a un muro."
La difesa di Sangare insiste sull'assenza di prove concrete che lo colleghino direttamente al crimine. "Non ci sono prove schiaccianti contro il mio assistito", ha affermato l'avvocato di Sangare. "La confessione iniziale è stata estorta in un momento di forte pressione psicologica. Confidiamo che l'iter processuale faccia emergere la verità."
La procura, dal canto suo, continua a ritenere Sangare il responsabile dell'omicidio e ha ribadito di avere elementi sufficienti per sostenerne la colpevolezza. Il processo è destinato a protrarsi, con nuove udienze previste nelle prossime settimane. La comunità di Chignolo d'Isola resta in attesa di una risposta, mentre il dolore per la perdita di Sharon Verzeni rimane vivo e palpabile.
Aggiornamenti seguiranno.
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