Olio d'importazione in crescita, produzione italiana in calo.
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Olio d'Oliva: Tra Xylella, Clima e Importazioni Selvaggio, l'Allarme dei Produttori Italiani
La filiera olivicola italiana è sotto pressione. Un mix letale di fattori, dalla devastazione causata dalla Xylella nel Salento ai sempre più frequenti eventi climatici estremi, sta mettendo a dura prova la produzione nazionale. BRContemporaneamente, si assiste a un'impennata delle importazioni di olio d'oliva da paesi terzi, un fenomeno che, secondo gli operatori del settore, aumenta considerevolmente il rischio di frodi e pratiche commerciali scorrette.
"La situazione è diventata insostenibile," afferma Mario Rossi, presidente di un'associazione di olivicoltori pugliesi. "Siamo costretti a competere con oli provenienti da paesi con standard qualitativi e normative ambientali molto meno stringenti delle nostre. Questo crea una concorrenza sleale che danneggia i produttori onesti e mette a rischio la reputazione del Made in Italy."
Le preoccupazioni riguardano soprattutto la tracciabilità e la provenienza degli oli importati. Senza controlli rigorosi e regole uniformi per tutti, è difficile garantire ai consumatori che l'olio che acquistano sia effettivamente di qualità e prodotto nel rispetto delle normative.
"Chiediamo a gran voce un intervento delle istituzioni," prosegue Rossi. "È necessario rafforzare i controlli sulle importazioni, intensificare la lotta alla contraffazione e promuovere una maggiore trasparenza nell'etichettatura dei prodotti. Solo così potremo tutelare il lavoro dei nostri olivicoltori e garantire ai consumatori un olio d'oliva autenticamente italiano."
Il grido d'allarme dei produttori si unisce alle richieste di un sostegno concreto per affrontare le conseguenze della Xylella e del cambiamento climatico. Investimenti in ricerca, innovazione e nuove tecniche di coltivazione sono fondamentali per rilanciare la filiera olivicola italiana e preservare un patrimonio agroalimentare di inestimabile valore.```
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