L'assedio dell'olio estero: il ritiro italiano.

Tra Xylella e cambiamenti climatici, l'Italia soccombe: boom di importazioni e rischio frodi
L'olivicoltura italiana in ginocchio: tra la piaga della Xylella e gli effetti del cambiamento climatico, le importazioni di olio extravergine d'oliva dall'estero schizzano alle stelle, mettendo a rischio il settore nazionale e aprendo le porte a possibili frodi.Il settore oleario italiano sta vivendo un momento di profonda crisi. La diffusione della Xylella fastidiosa, batterio che sta decimando gli oliveti del Sud Italia, e le conseguenze sempre più evidenti del cambiamento climatico, con siccità prolungate e temperature estreme, stanno causando una drastica riduzione della produzione nazionale. Questa situazione di debolezza ha aperto le porte a un'importazione massiccia di olio d'oliva da paesi extra-UE, con un conseguente aumento dei rischi legati alla qualità e all'origine del prodotto.
"La situazione è critica," afferma Giovanni Battista, presidente di un'importante associazione di produttori olivicoli. "Stiamo assistendo a un vero e proprio assalto di olio straniero, spesso di qualità inferiore e a prezzi concorrenziali che mettono in difficoltà le aziende italiane che producono un olio di qualità superiore, rispettando le normative e gli standard più elevati. Questa situazione non solo danneggia l'economia del nostro Paese, ma rischia di compromettere la reputazione del nostro olio extravergine d'oliva nel mondo."
Il problema è aggravato dalla difficoltà di tracciare l'origine dell'olio importato, aumentando il rischio di frodi e di sofisticazioni. L'assenza di controlli uniformi a livello europeo, secondo molti operatori del settore, rende ancora più complicato contrastare queste pratiche illegali. “Serve un'azione decisa a livello europeo per uniformare le regole e garantire trasparenza e controlli rigorosi sulle importazioni,” aggiunge Maria Rossi, esperta di politiche agricole. “Solo così potremmo tutelare i produttori italiani e i consumatori da prodotti di bassa qualità o addirittura contraffatti.”
La richiesta degli operatori del settore è univoca: è necessario un intervento immediato da parte delle istituzioni per contrastare l'invasione di olio straniero, rafforzare i controlli sulle importazioni e tutelare il comparto olivicolo italiano. Questo richiede non solo un'azione più incisiva per contrastare la Xylella e mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici, ma anche una maggiore attenzione alla tracciabilità dei prodotti e alla lotta alle frodi, attraverso regole più stringenti e uniformi a livello europeo. Solo così si potrà garantire la sopravvivenza di un settore fondamentale per l'economia e la cultura italiana.
(