L'Europa ha bisogno di un Churchill e di un De Gaulle, secondo Garton Ash

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Macron aveva ragione? L'Europa tra autonomia strategica e il monito di Garton Ash

L'allarme lanciato da Emmanuel Macron sul disimpegno statunitense in Europa trova oggi una parziale conferma nelle riflessioni di Timothy Garton Ash, che in una recente intervista ha sottolineato la necessità di un profondo cambiamento nella politica continentale. "Serve una politica Churchill-gollista che salvi l'Europa," ha affermato lo studioso, indicando una strada che, pur riconoscendo la lungimiranza del presidente francese, si distacca da una visione puramente autonoma e nazionalistica.

Macron, negli anni, ha ripetutamente messo in guardia contro un'eccessiva dipendenza dagli Stati Uniti, spingendo per una maggiore autonomia strategica europea. Questa posizione, inizialmente osteggiata da alcuni, oggi sembra trovare maggiore credito, alla luce di un contesto geopolitico in costante evoluzione e caratterizzato da un crescente protezionismo americano e da nuove sfide globali. La guerra in Ucraina, in particolare, ha evidenziato la fragilità dell'Europa di fronte a minacce di portata planetaria.

Ma Garton Ash, pur condividendo in parte la diagnosi di Macron, indica una direzione diversa per raggiungere l'agognata autonomia. Secondo l'esperto, l'autonomia strategica europea non può prescindere da una forte alleanza con la NATO e, soprattutto, dalla rinuncia a politiche nazionali frammentate e spesso contraddittorie. Una vera autonomia, sostiene, richiede una profonda integrazione politica e strategica, una capacità di parlare con una sola voce sul palcoscenico internazionale.

La proposta di Garton Ash, ispirata alle figure carismatiche di Churchill e De Gaulle, evoca una leadership europea forte, capace di visione strategica e di azione decisa. Un'Europa unita, non solo economicamente, ma anche in termini di difesa e politica estera, in grado di affrontare le sfide del XXI secolo con maggiore efficacia. Il modello evocato presuppone un superamento degli egoismi nazionali, una sfida non semplice, ma forse necessaria per garantire la sopravvivenza stessa del progetto europeo in un mondo sempre più complesso e instabile.

La riflessione di Garton Ash, quindi, ci offre un punto di vista più sfumato sulla questione dell'autonomia strategica europea. Non si tratta semplicemente di allontanarsi dagli Stati Uniti, ma di costruire una vera unione, capace di dialogare da posizione di forza con tutti i principali attori globali. Un percorso lungo e complesso, che richiede coraggio, visione e, soprattutto, una volontà politica condivisa dai leader europei.

La sfida è ora quella di tradurre le parole in azioni concrete. Il futuro dell'Europa, e la sua capacità di difendere i propri interessi in un mondo multipolare, dipende dalla capacità dei suoi leader di superare le divisioni e di costruire una vera unione politica e strategica.

(17-03-2025 01:00)