"Non lasciamoli indietro."

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"Netanyahu, mi guardi negli occhi!" L'accorato appello del padre di Eitan Cohen.
La situazione degli ostaggi israeliani a Gaza continua a tenere col fiato sospeso l'intero paese. Tra le famiglie che vivono nell'angoscia più profonda c'è quella di Eitan Cohen, uno dei giovani rapiti durante l'attacco del 7 ottobre. Oggi, suo padre, in un intervento carico di emozione e rabbia, si è rivolto direttamente al Primo Ministro Benjamin Netanyahu. BR
"Netanyahu," ha esordito con voce tremante, "mi guardi negli occhi! Mi guardi negli occhi di un padre a cui hai dato una condanna. Vuoi sacrificare i nostri figli per i piaceri del potere?" BR
Le parole del padre di Eitan risuonano come un grido disperato, un'accusa diretta alla leadership politica israeliana, accusata di anteporre i propri interessi a quelli della salvezza dei civili. L'uomo ha continuato, implorando il governo di agire con urgenza per riportare a casa tutti gli ostaggi. BR
"Portateli tutti a casa prima che sia troppo tardi," ha gridato, le lacrime che gli rigavano il volto. Un appello che si unisce a quello di tante altre famiglie, esasperate dall'incertezza e dalla mancanza di risposte concrete. La pressione sul governo Netanyahu aumenta, mentre la comunità internazionale osserva con crescente preoccupazione. BR
La vicenda di Eitan Cohen, come quella di tanti altri ostaggi, è diventata un simbolo della tragedia che sta vivendo Israele. Un simbolo che alimenta il dibattito sulla strategia da adottare per garantire la sicurezza del paese e la liberazione dei suoi cittadini. La speranza, per il padre di Eitan e per tutte le famiglie coinvolte, è che il suo appello non resti inascoltato. BR
Per approfondire la situazione degli ostaggi: The Times of Israel
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