Garlasco, il giallo del DNA: Garofano attacca le riaperture dei casi.

Il DNA, un puzzle ancora incompleto: Garlasco e Garofano mettono in guardia sulle nuove tecnologie
Le nuove tecnologie nel campo della genetica forense suscitano grandi aspettative, ma secondo gli esperti Roberto Garlasco e Paolo Garofano, la corsa alla riapertura dei casi chiusi basandosi sul DNA è un "esercizio narcisistico" e spesso inutile.
"È vero, oggi esistono nuove tecnologie, ma il profilo genetico resta parziale e incompleto: lo dimostreremo ancora", affermano i due esperti, sottolineando i limiti delle tecniche attualmente disponibili. In un'epoca in cui la genetica sembra offrire soluzioni definitive, Garlasco e Garofano lanciano un monito importante: la superficialità nell'interpretazione dei dati genetici può portare a conclusioni errate e a ingiustizie.
La loro critica si concentra sulla tendenza a riaprire vecchi casi sulla base di analisi del DNA con tecnologie avanzate, spesso senza considerare la complessità del contesto investigativo. Secondo Garlasco e Garofano, l'enfasi sulla tecnologia, in alcuni casi, eclissa l'importanza di un'indagine meticolosa e completa, che tenga conto di tutti gli elementi probatori, non solo del DNA.
"Il DNA è un importante strumento investigativo, ma non è la soluzione a tutti i problemi," spiega Garofano. "Un profilo genetico incompleto, interpretato senza una visione d'insieme, può portare a conclusioni fuorvianti, con gravi conseguenze."
Garlasco, da parte sua, evidenzia il rischio di "narcisismo tecnologico", ovvero la tendenza a sopravvalutare le capacità delle nuove tecnologie e a sottovalutare i limiti intrinseci del metodo. Secondo lui, molte riaperture di casi basate sul DNA si rivelano infruttuose, sprecando risorse e tempo.
La posizione di Garlasco e Garofano solleva interrogativi cruciali sul corretto utilizzo delle tecnologie genetiche in ambito investigativo. L'appello è a una maggiore consapevolezza dei limiti delle tecniche e a un approccio più cauto e ponderato nell'interpretazione dei dati genetici, privilegiando un'analisi integrata che consideri tutte le evidenze disponibili.
La loro dichiarazione invita alla riflessione: non basta la tecnologia, serve competenza, rigore e una visione globale del caso per giungere a conclusioni affidabili e giuste.
(