Svaniti i reperti del caso Garlasco a Pavia

Svaniti i reperti del caso Garlasco a Pavia

Caso Garlasco: Nuovo scontro dopo la distruzione dei reperti

Lo spettro del caso Garlasco torna a tormentare. La distruzione dei reperti del Tribunale di Pavia, avvenuta nel 2022 secondo le procedure standard dopo le sentenze definitive, riaccende le polemiche e alimenta nuove tensioni. Al centro del dibattito, Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi, la giovane uccisa a Garlasco nel 2007. Sempio, recentemente sottoposto a test del DNA, proclama la propria innocenza.

"Sono innocente", ha dichiarato Sempio, ribadendo la sua estraneità ai fatti. La sua posizione, tuttavia, si scontra frontalmente con quella dell'avvocato di Alberto Stasi, condannato in via definitiva per l'omicidio. Un acceso scontro si è consumato tra le parti, con accuse reciproche e richieste di ulteriori indagini. La distruzione dei reperti, avvenuta secondo quanto previsto dalla normativa, complica ulteriormente la situazione, impedendo l'accesso a prove che potrebbero confermare o smentire le affermazioni di Sempio.

L'avvocato di Stasi ha espresso forte preoccupazione per questa situazione, sostenendo che la distruzione dei reperti pregiudica irrimediabilmente la possibilità di una revisione del processo, nel caso in cui emergano nuove evidenze. La mancanza di materiale probatorio rende difficile, se non impossibile, verificare eventuali incongruenze o elementi a favore di Stasi, che continua a professare la propria innocenza dalla condanna.

La vicenda riapre un capitolo doloroso della cronaca giudiziaria italiana, sollevando interrogativi sulla gestione delle prove nei processi di alto profilo e sull'importanza della conservazione dei reperti, anche dopo la conclusione delle procedure giudiziarie. L'opinione pubblica attende con ansia sviluppi che possano fare luce su questo intricato caso, mettendo un punto definitivo ad una vicenda che ha scosso l'Italia per oltre un decennio.

La questione solleva un dibattito più ampio sulla durata della conservazione dei reperti giudiziari e sulla necessità di procedure più rigorose e trasparenti per garantire l'accesso a tali elementi, anche in un secondo momento, qualora si presentassero nuove prove o elementi a supporto di revisioni processuali. Il caso Garlasco, purtroppo, si trasforma così in un emblematico esempio delle complessità e delle difficoltà che possono presentarsi in simili circostanze.

(15-03-2025 02:15)