L'Europa siamo noi: secondo Paolo Rumiz
Paolo Rumiz: L'Europa siamo noi, un appello per un'identità ritrovata
Paolo Rumiz, scrittore e giornalista di fama internazionale, ha recentemente ribadito con forza la sua visione dell'Europa, non come un'entità astratta di burocrazie e trattati, ma come un insieme di popoli, culture e storie intrecciate. Durante un intervento pubblico —la cui data e luogo precisi andrebbero verificati su siti dedicati agli eventi culturali— Rumiz ha lanciato un appello accorato: l'Europa siamo noi, cittadini, che dobbiamo riappropriarci del nostro destino comune.
Secondo Rumiz, l'Unione Europea rischia di perdere la sua anima se continua a concentrarsi solo sugli aspetti economici e istituzionali, trascurando la dimensione umana e culturale che la fonda. Il suo discorso, ricco di aneddoti e riflessioni profonde, ha puntato il dito contro la deriva tecnocratica che rischia di allontanare i cittadini dalle istituzioni, alimentando sfiducia e populismo. Ha sottolineato l'importanza di riscoprire le radici comuni, le storie condivise, le tradizioni che uniscono, nonostante le differenze, i popoli europei.
L'autore di "Trentasei, storia di un viaggio lungo le periferie europee" ha esortato a un maggiore impegno civile, a una partecipazione attiva alla vita democratica europea, a un'assunzione di responsabilità collettiva per costruire un futuro inclusivo e solidale. Rumiz ha invitato a superare la frammentazione identitaria, spesso strumentalizzata da forze politiche estremiste, e a promuovere invece un senso di appartenenza condiviso, basato sul rispetto reciproco e sulla valorizzazione della diversità.
Il suo messaggio non è stato semplicemente un'analisi critica della situazione attuale, ma anche un invito all'azione. Rumiz ha suggerito diverse iniziative concrete per rafforzare il senso di appartenenza europea, come la promozione di progetti culturali transnazionali, lo sviluppo di programmi di scambio giovanile e la creazione di piattaforme di dialogo tra cittadini e istituzioni. Un'Europa più vicina ai suoi cittadini, dunque, un'Europa fatta di persone, non solo di trattati.
La riflessione di Rumiz si inserisce in un dibattito complesso e articolato sul futuro dell'Europa, un dibattito che richiede una profonda riflessione e un impegno collettivo per evitare derive pericolose e costruire un'Unione Europea realmente unita e democratica. L'appello accorato dello scrittore, "L'Europa siamo noi", rappresenta un monito potente e urgente, un invito a ripensare il nostro ruolo nel grande progetto europeo.
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