Legittima difesa negata: video incastra il vigilante che uccise un ladro
Guardia Giurata Arrestata a Roma: Il Video Smentisce la Legittimità della Difesa
Roma - Un colpo di scena nella vicenda del ladro ucciso a Roma durante una fuga. La guardia giurata che ha esploso il colpo fatale è stata arrestata con l'accusa di omicidio volontario. Il Giudice per le Indagini Preliminari, infatti, ha ritenuto non sussistere la legittima difesa, come inizialmente sostenuto dal vigilante.
Secondo quanto ricostruito, l'episodio si è verificato in via Cassia a seguito di un furto. Il ladro, dopo aver messo a segno il colpo, tentava la fuga. La guardia giurata, intervenuta sul posto, ha aperto il fuoco, colpendo mortalmente l'uomo. Le indagini, però, hanno preso una piega inaspettata grazie alle immagini registrate dalle telecamere di sicurezza presenti nella zona.
"Le immagini - si legge nell'ordinanza del GIP - dimostrano in modo inequivocabile che non sussistevano le condizioni per configurare l'ipotesi di legittima difesa". Il video, infatti, avrebbe smentito la versione fornita dal vigilante, mostrando dettagli cruciali che avrebbero portato il giudice a ritenere l'azione sproporzionata e quindi configurabile come omicidio volontario.
L'arresto rappresenta una svolta significativa nell'inchiesta. La Procura, fin dalle prime fasi delle indagini, aveva avviato accertamenti approfonditi per chiarire la dinamica dei fatti e stabilire le responsabilità dell'accaduto. L'analisi delle immagini delle telecamere di sicurezza si è rivelata determinante per la decisione del GIP.
L'episodio solleva ancora una volta il delicato dibattito sull'uso delle armi da parte delle guardie giurate e sulla necessità di una formazione adeguata e di protocolli operativi chiari e precisi per gestire situazioni di emergenza. L'inchiesta è ancora in corso e ulteriori sviluppi sono attesi nelle prossime settimane. Le indagini mirano a ricostruire nel dettaglio la vicenda e a far luce su tutti gli aspetti controversi.
L'avvocato del vigilante ha già annunciato il ricorso contro la decisione del GIP, dichiarando fiducia nella possibilità di dimostrare l'innocenza del proprio assistito in sede di processo. La vicenda, comunque, continua a tenere banco nell'opinione pubblica, sollevando interrogativi sulla legittima difesa e sul ruolo delle guardie giurate nella sicurezza urbana.
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