Il mare malato: l'incuria di Recchi
Il Mare che cambia: un grido d'allarme da Alberto Luca Recchi
“In una sola generazione stavamo togliendo dal mare i pesci e ci stavamo buttando plastica e rifiuti. Il mare che eravamo destinati a vedere non era più quello che avevano visto gli antichi Fenici, Cleopatra e Garibaldi, stava cambiando tutto.” Queste le parole di Alberto Luca Recchi, a sottolineare la drammatica situazione in cui versa il nostro mare. Un mare che, in un lasso di tempo incredibilmente breve, ha subito trasformazioni epocali, passando da un ecosistema florido e ricco di vita a un ambiente sempre più inquinato e impoverito.
La denuncia di Recchi, pronunciata nell'ambito di un recente intervento pubblico – non è solo un'amara constatazione, ma un grido d'allarme che dovrebbe scuotere le coscienze. La frase, forte e significativa, fotografa con crudezza l'impatto devastante dell'azione umana sull'ambiente marino. Le immagini evocate – Fenici, Cleopatra, Garibaldi – ci riportano a un passato in cui il mare era un bene incontaminato, una fonte inesauribile di risorse, un elemento fondamentale per la vita e la storia dell'uomo. Oggi, questo patrimonio è seriamente compromesso.
Recchi, con la sua esperienza nel settore, evidenzia non solo la consapevolezza della distruzione operata, ma anche l'incapacità di porvi rimedio: “Abbiamo capito come rovinare il mare, ma non come aggiustarlo.” Questa ammissione, pur nella sua drammaticità, apre una finestra di speranza. La consapevolezza del problema è il primo passo verso la sua soluzione. Ma è necessario un impegno collettivo, un cambio di rotta radicale, per invertire la tendenza e garantire alle future generazioni la possibilità di godere di un mare sano e vivo.
La sfida è immensa, ma non impossibile. La ricerca scientifica, le politiche ambientali efficaci, e soprattutto, un profondo cambiamento di mentalità, sono strumenti indispensabili per affrontare questa emergenza. Serve una maggiore responsabilizzazione individuale e collettiva, un'azione concreta che vada oltre le dichiarazioni di intenti. Dobbiamo passare dalle parole ai fatti, prima che sia troppo tardi. Il futuro del nostro mare, e di conseguenza del nostro pianeta, è nelle nostre mani.
L'appello di Alberto Luca Recchi è un invito urgente a riflettere sul nostro rapporto con l'ambiente marino e a impegnarsi attivamente nella sua salvaguardia. Non possiamo permetterci di ereditare un mare compromesso, un mare che non ha più nulla a che vedere con quello che hanno conosciuto le civiltà del passato. Il tempo per agire è ora. È tempo di salvaguardare il nostro mare, per le generazioni presenti e future. WWF Italia è un'organizzazione che si impegna nella tutela degli oceani e offre spunti per contribuire attivamente alla loro salvaguardia.
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