Libri di pace a Gerusalemme: un'ombra di censura?
Libri di pace sequestrati a Gerusalemme: la Educational Bookshop nel mirino della polizia
Gerusalemme, - Un clima di crescente tensione si respira a Gerusalemme dopo i recenti sequestri di libri avvenuti presso la libreria "Educational Bookshop". In due distinte operazioni, a distanza di poche settimane, la polizia israeliana ha sequestrato materiale letterario inerente al conflitto israelo-palestinese, senza presentare alcun mandato di perquisizione. L'accusa? Violazione della legge "antiterrorismo".
La libreria, nota per la sua ampia selezione di libri in arabo ed ebraico che affrontano il conflitto da diverse prospettive, tra cui quelle volte alla ricerca di una soluzione pacifica, si trova ora al centro di una controversia che sta suscitando indignazione tra gli attivisti per i diritti umani e gli intellettuali.
"È inaccettabile che libri che promuovono il dialogo e la comprensione vengano considerati una minaccia alla sicurezza nazionale", ha dichiarato un portavoce di un'organizzazione per i diritti civili, chiedendo un intervento delle autorità competenti per chiarire la situazione e riportare i libri alla libreria. La decisione della polizia di agire senza mandato solleva serie preoccupazioni riguardo al rispetto delle libertà civili e al diritto alla libera espressione.
Il proprietario della libreria, visibilmente scosso dagli eventi, ha espresso la propria amarezza e incredulità. "Questi libri non sono armi, sono strumenti di conoscenza e di pace. Il loro sequestro è un attacco alla libertà di parola e un ostacolo alla ricerca di una soluzione duratura al conflitto", ha affermato.
La vicenda della Educational Bookshop mette in luce le difficoltà che affrontano coloro che cercano di promuovere il dialogo e la comprensione nel contesto del conflitto israelo-palestinese. L'applicazione della legge "antiterrorismo" in questo modo, senza un mandato e con il sequestro di materiale che non sembra avere alcun collegamento con attività terroristiche, desta preoccupazione riguardo alla sua potenziale strumentalizzazione per reprimere la libertà di espressione.
La comunità internazionale osserva con attenzione l'evolversi della situazione. Organizzazioni internazionali per i diritti umani hanno già espresso la propria preoccupazione riguardo a questa vicenda, sollecitando un'indagine approfondita e trasparente sulle azioni intraprese dalla polizia israeliana.
La questione resta aperta e l'opinione pubblica attende con ansia ulteriori sviluppi, sperando in una rapida risoluzione che tuteli sia la libertà di espressione sia la sicurezza nazionale, senza che l'una debba necessariamente sacrificare l'altra.
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