Ecco un titolo riformulato: **Cascina Spiotta: l'agguato a Mara Cagol e la svolta nelle Brigate Rosse.**
Mezzo Secolo Dopo: L'Ombra Inesplorata sulla Cascina Spiotta. La morte di Mara Cagol, enigmi e interrogativi irrisolti.
Corre l'anno 2024, e sono trascorsi cinquanta anni dal tragico conflitto a fuoco che, nella cascina Spiotta vicino ad Acqui Terme, segnò la fine di Mara Cagol, figura chiave delle Brigate Rosse. Un evento che, al di là della sua drammaticità, resta avvolto in una fitta nebbia di interrogativi, alimentando ancora oggi dibattiti e ricostruzioni contrastanti. BR
Quel giorno, durante un'operazione di liberazione dell'imprenditore Vittorio Vallarino Gancia, le forze dell'ordine si scontrarono con un nucleo armato delle BR. Nello scontro, Mara Cagol perse la vita. La sua morte, lungi dall'essere un punto fermo, ha rappresentato e rappresenta un punto di svolta nella storia del terrorismo italiano, aprendo una fase di escalation della violenza. BR
Ma cosa accadde realmente in quella cascina? Quanti erano i brigatisti presenti? Chi sparò per primo? Domande che, a cinquant'anni di distanza, non trovano ancora risposte univoche. Le testimonianze dell'epoca sono spesso contraddittorie, viziate da omissioni e reticenze, rese ancora più complesse dal clima politico e sociale di quegli anni. BR
In questi cinquant'anni, sono state avanzate diverse ipotesi sulla morte di Mara Cagol. Alcuni sostengono che sia stata vittima del fuoco incrociato, altri che sia stata uccisa da un colpo sparato da un commilitone per impedirne la cattura, una sorta di "suicidio assistito" tipico della mentalità rivoluzionaria dell'epoca. Ipotesi, ovviamente, mai confermate. BR
La vicenda della Cascina Spiotta rimane una ferita aperta nella memoria collettiva, un monito a non dimenticare gli anni bui del terrorismo e la necessità di continuare a indagare, a ricercare la verità, per quanto dolorosa possa essere.
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