Naufraghi Ocean Viking a Ravenna: Governo ignora la sentenza Diciotti

Dramma in mare: Sea Eye 4 cambia porto tre volte, Ocean Viking a Ravenna

Un braccio di ferro continuo tra le autorità italiane e le ONG che operano nel Mediterraneo. La vicenda della Sea Eye 4, che ha visto il porto sicuro cambiare ben tre volte in poche ore, è l'ennesima dimostrazione di una situazione complessa e di difficile gestione. Inizialmente destinata a Pozzallo, la nave umanitaria, con a bordo numerosi migranti salvati in mare, è stata poi dirottata verso un altro porto, per poi approdare infine a Vibo Valentia. Una decisione che ha suscitato forti critiche da parte dell'organizzazione, che ha denunciato un allungamento significativo dei tempi di viaggio: "Ci vorranno 30 ore, per Pozzallo sarebbero state solo 11", ha dichiarato un portavoce della Sea Eye. Questo ritardo, secondo l'ONG, mette a rischio la salute e la sicurezza dei migranti a bordo.

La situazione si inasprisce ulteriormente considerando il caso dell'Ocean Viking, che è stata invece assegnata al porto di Ravenna con 25 naufraghi a bordo. Anche in questo caso, la scelta del governo italiano ha sollevato interrogativi sulle modalità di assegnazione dei porti sicuri e sulla gestione delle emergenze umanitarie in mare. Le lunghe distanze imposte alle navi, come sottolineato nel caso della Sea Eye 4, prolungano l'esposizione dei migranti a condizioni potenzialmente precarie a bordo delle imbarcazioni.

La scelta del governo di non seguire le indicazioni iniziali, facendo riferimento alla cosiddetta "sentenza Diciotti", apre un nuovo capitolo nel dibattito sulla gestione dei flussi migratori nel Mediterraneo. Le ONG denunciano una mancanza di coerenza e una strumentalizzazione politica delle operazioni di soccorso. La mancanza di chiarezza e la continua variazione dei porti di destinazione creano difficoltà logistiche e mettono a repentaglio la sicurezza dei migranti, già provati dal pericoloso viaggio in mare. Il tema della responsabilità e della solidarietà internazionale nell'affrontare le crisi umanitarie rimane centrale e necessita di un dibattito aperto e costruttivo, al di là delle polemiche politiche del momento.

La situazione nel Mediterraneo resta critica e la necessità di una risposta europea coordinata e umanitaria è più urgente che mai.

(09-03-2025 18:20)