**"Urgenza per il porto sicuro: traballano i patti con Libia e Tunisia"**

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Diciotti, la Cassazione apre un varco: Tribunali pronti a indicare "il porto sicuro"

Dopo la sentenza della Cassazione sui rimborsi per i migranti a seguito della vicenda della nave Diciotti, si apre un nuovo scenario potenzialmente rivoluzionario per la gestione dei flussi migratori nel Mediterraneo centrale.

BRUn Tribunale potrebbe presto essere chiamato a indicare il "porto sicuro" più vicino per lo sbarco delle persone soccorse in mare. Una simile evenienza, già discussa tra gli addetti ai lavori, acquisirebbe concretezza alla luce delle ultime decisioni giurisprudenziali e del crescente dibattito sull'applicazione del diritto internazionale marittimo.BR

Il nodo cruciale: la definizione di "porto sicuro" BR La questione centrale risiede nella definizione precisa di "porto sicuro" e nei criteri da utilizzare per la sua individuazione. Mentre il Governo ha finora privilegiato accordi con paesi terzi, come Libia e Tunisia, delegando loro le operazioni di soccorso e sbarco, un intervento della magistratura potrebbe imporre una diversa interpretazione, basata sulla prossimità geografica e sulla capacità di garantire il rispetto dei diritti fondamentali dei migranti.BR

A rischio gli accordi con Libia e Tunisia?BRUna decisione giudiziaria che imponga l'individuazione del "porto sicuro" più vicino metterebbe inevitabilmente a rischio gli accordi con Libia e Tunisia. Questi paesi, infatti, sono spesso considerati non sicuri a causa delle precarie condizioni di vita dei migranti e delle frequenti violazioni dei diritti umani. Un Tribunale, basandosi su prove e testimonianze, potrebbe quindi ritenere non idoneo lo sbarco in tali territori, obbligando le navi umanitarie a dirigersi verso porti europei.BR

Implicazioni politiche e legaliBRLa vicenda presenta implicazioni politiche e legali di notevole portata. Da un lato, si riapre il confronto tra diritto internazionale e politiche migratorie nazionali. Dall'altro, si pone il problema della gestione concreta degli sbarchi, con la necessità di coordinamento tra i diversi paesi europei e di una revisione del Regolamento di Dublino.

"Il porto sicuro va stabilito senza ritardi"BRL'urgenza di stabilire un "porto sicuro" in tempi rapidi è un tema ricorrente nel dibattito pubblico. Associazioni umanitarie e giuristi sottolineano la necessità di garantire la dignità delle persone soccorse in mare e di evitare inutili sofferenze. Resta da vedere se e come i Tribunali saranno chiamati a intervenire in questa complessa partita, e quali saranno le conseguenze per le politiche migratorie del nostro paese e dell'Unione Europea.

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(08-03-2025 01:00)