Niger: sospetti aiuti governativi a militari golpisti filo-russi
Polemica infuria in Commissione Difesa: Amendola attacca il Governo sull'invio di armi al Niger
Forte tensione in Commissione Difesa per lo schema di decreto governativo riguardante la fornitura di armamenti. Il deputato del Partito Democratico, Amendola, ha lanciato un durissimo attacco all'esecutivo, accusandolo di voler regalare armi ai golpisti filorussi del Niger e denunciando un grave rischio di danno erariale. Amendola ha chiesto esplicitamente il ritiro del provvedimento, definendolo irresponsabile e potenzialmente pericoloso per la sicurezza nazionale.
Secondo l'onorevole Amendola, il decreto non solo non contribuirebbe alla stabilità della regione, ma alimenterebbe ulteriormente il conflitto e la destabilizzazione del Sahel. "È inaccettabile - ha dichiarato Amendola durante la seduta - che il governo italiano finanzi, di fatto, un regime golpista che sta operando in stretta collaborazione con la Russia. Questo non è solo un atto politicamente sbagliato, ma rappresenta un vero e proprio spreco di risorse pubbliche, un danno erariale che saremmo costretti a pagare in futuro".
La posizione di Amendola è stata supportata da altri esponenti dell'opposizione, che hanno sollevato dubbi sulla trasparenza del procedimento e sulla reale destinazione degli armamenti. Si chiedono garanzie concrete che le armi non finiscano nelle mani di gruppi terroristici o di mercenari russi. Il dibattito è stato acceso e ricco di forti accuse reciproche, con il governo che ha difeso la necessità di sostenere la lotta al terrorismo, pur senza entrare nel merito delle specifiche accuse sollevate da Amendola.
La questione è particolarmente delicata, considerando le implicazioni geopolitiche della crisi in Niger e il crescente coinvolgimento della Russia nella regione. L'invio di armamenti, senza adeguate garanzie e controlli, rischia di alimentare ulteriormente la destabilizzazione e di compromettere gli sforzi internazionali per la risoluzione pacifica del conflitto. La vicenda sarà sicuramente seguita con attenzione nei prossimi giorni, con l'opposizione che si prepara a una dura battaglia per bloccare il decreto.
Il Ministero della Difesa, interpellato in merito, non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali in risposta alle accuse di Amendola. La situazione rimane dunque fluida e carica di incertezza, con il rischio concreto che la polemica si trasformi in una vera e propria crisi politica. Il dibattito in Commissione Difesa, caratterizzato da toni accesi e accuse reciproche, mette in luce la profonda divisione sul modo di affrontare la crisi in Niger. La richiesta di ritiro del decreto da parte di Amendola anticipa una battaglia politica destinata a durare.
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