La guerra commerciale di Trump: dazi, ipocrisia e predazione cinese
Wang Yi contro gli USA: "Dazi, ipocrisia e legge della giungla"
Pechino, - Nel corso del suo annuale incontro con la stampa, il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha sferrato un duro attacco agli Stati Uniti, accusandoli di ipocrisia, protezionismo e di applicare una "legge della giungla" nella politica internazionale. L'incontro, denso di spunti di riflessione sulla geopolitica globale, ha visto Wang Yi affrontare i temi più scottanti del momento, dall'escalation del conflitto in Ucraina alla situazione critica nella Striscia di Gaza, fino al nodo cruciale di Taiwan, definita dal ministro come "parte inalienabile del territorio cinese".
Wang Yi ha sottolineato la necessità di un ordine mondiale multilaterale, presentando la Cina come garante di stabilità e pace in contrapposizione alla politica, a suo dire, unilaterale e aggressiva dell'amministrazione americana. Ha puntato il dito contro l'utilizzo dei dazi come strumento di pressione economica, definendoli una forma di "protezionismo mascherato" che danneggia la cooperazione internazionale e ostacola la crescita economica globale. Le sue parole sono state particolarmente dure nei confronti delle politiche commerciali dell'era Trump, considerate come un esempio lampante di questa "legge della giungla" che, secondo il ministro, caratterizza l'attuale approccio americano.
Sulla questione ucraina, Wang Yi ha ribadito l'importanza di una soluzione negoziata, invitando tutte le parti coinvolte a privilegiare il dialogo e la diplomazia. Similmente, ha espresso profonda preoccupazione per la situazione umanitaria nella Striscia di Gaza, sollecitando la comunità internazionale ad agire per garantire l'assistenza necessaria alla popolazione civile.
"La Cina è impegnata a promuovere la pace e la stabilità globale", ha affermato Wang Yi, "e continuerà a lavorare con la comunità internazionale per costruire un mondo più giusto ed equo." Tuttavia, la sua posizione su Taiwan è rimasta ferma e intransigente. Il ministro ha ribadito la "ferma determinazione" della Cina a difendere la propria sovranità e integrità territoriale, lasciando intendere che qualsiasi interferenza esterna nella questione taiwanese troverà una risposta decisa da parte di Pechino.
Le dichiarazioni di Wang Yi rappresentano un'ulteriore escalation delle tensioni tra Cina e Stati Uniti, mettendo in luce le profonde divergenze tra le due superpotenze su una vasta gamma di questioni internazionali. L'incontro con la stampa ha confermato l'immagine di una Cina sempre più assertiva sulla scena globale, pronta a difendere i propri interessi e a sfidare apertamente l'egemonia americana.
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