Scontro sul riarmo: Giorgetti frena la maggioranza
Governo Meloni spaccato sul piano di riarmo europeo: scontro tra i vicepremier
Un profondo scontro interno al governo Meloni sta scuotendo la politica italiana riguardo al piano di riarmo europeo proposto dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, ha espresso forti perplessità, definendo il piano "senza logica". Una posizione che ha aperto un vero e proprio fronte di divisione all'interno dell'esecutivo, con il vicepremier Antonio Tajani che si è affrettato a smentire qualsiasi ipotesi di un governo "anti-Ue". Anche Matteo Salvini ha espresso la sua contrarietà, suggerendo di utilizzare i fondi europei per altri scopi.
Giorgetti, noto per la sua linea pragmatica ed attenta ai conti pubblici, ha espresso dubbi sulla sostenibilità economica del piano, sottolineando la necessità di una valutazione accurata dei costi e dei benefici. Le sue dichiarazioni, riportate da diverse testate giornalistiche, hanno acceso la miccia di una polemica che coinvolge l'intero governo. La sua posizione appare particolarmente critica, considerando il ruolo chiave del ministero dell'Economia nella gestione delle risorse finanziarie nazionali.
Tajani, invece, ha cercato di smorzare i toni, affermando con fermezza: "Governo anti-Ue? Non ci starei." Il suo intervento sembra volto a rassicurare i partner europei e a evitare che le divergenze interne si traducano in una crisi diplomatica. Tuttavia, le parole di Giorgetti hanno lasciato un segno profondo, evidenziando le difficoltà del governo nell'ottenere un'unanimità di vedute su una questione così delicata.
Salvini, dal canto suo, ha proposto un'alternativa, suggerendo di impiegare i fondi stanziati per il riarmo in settori ritenuti prioritari dal suo punto di vista, come ad esempio le infrastrutture o la riduzione del carico fiscale. Questa posizione, pur in linea con le dichiarazioni passate del leader della Lega, accentua ulteriormente le divisioni all'interno della maggioranza.
La situazione appare complessa e destinata a creare ulteriori tensioni nei prossimi giorni. La divergenza di opinioni tra i vicepremier dimostra la difficoltà del governo Meloni nel trovare un punto di equilibrio tra le diverse esigenze interne e gli impegni assunti a livello europeo. La gestione di questa crisi rappresenterà una prova significativa per la coesione del governo e per la sua capacità di affrontare le sfide internazionali.
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