L'Ilva di Taranto: un futuro tra Stato, Riva, ArcelorMittal e l'ombra azera
L'ombra di Baku sull'Ilva: la corsa all'acciaio tra ArcelorMittal e Jindal
La storia dell'acciaieria più grande d'Europa, l'ex Ilva di Taranto, è un intricato percorso tra fallimenti giudiziari, privatizzazioni tormentate e l'ombra di interessi internazionali. Dall'inizio del procedimento penale che ha travolto la famiglia Riva, proprietaria fino a pochi anni fa, al complesso iter di vendita, la vicenda ha coinvolto lo Stato italiano e alcuni dei più importanti gruppi siderurgici mondiali, arrivando oggi a un bivio cruciale.
Il passaggio di consegne ad ArcelorMittal, avvenuto dopo una lunga e travagliata trattativa, sembrava aver finalmente sanato le sorti dell'Ilva. L'azienda multinazionale si è impegnata in ingenti investimenti per l'ammodernamento degli impianti e la riduzione dell'inquinamento, un punto cruciale per la città di Taranto e per l'intera comunità. Ma la serenità è di breve durata.
Negli ultimi mesi, infatti, si è fatta sempre più insistente la voce di un possibile ingresso nel capitale di Jindal Steel & Power, gigante indiano del settore. Un'ipotesi che riapre scenari incerti, mettendo in competizione due colossi globali per il controllo dell'acciaieria. La sfida economica è notevole, ma le voci di corridoio parlano anche di un terzo attore in gioco, meno conosciuto ma potenzialmente altrettanto influente: l'Azerbaigian.
Si sussurra di un forte interesse da parte di gruppi imprenditoriali azeri, desiderosi di acquisire una quota significativa dell'Ilva. Questo interesse, se confermato, aggiungerebbe un ulteriore strato di complessità a una situazione già precaria. Le implicazioni geopolitiche di un coinvolgimento così importante non sono trascurabili, aprendo prospettive sul ruolo dell'Azerbaigian nel mercato europeo dell'acciaio e sui suoi legami con la politica italiana.
Il futuro dell'Ilva, quindi, rimane incerto. La gara a due (o forse a tre) tra ArcelorMittal e Jindal, con l'incognita Azerbaigian, tiene con il fiato sospeso lavoratori, cittadini e istituzioni. La sfida non è solo economica, ma anche sociale e ambientale: il destino dell'acciaieria è strettamente legato a quello di Taranto e alla sua comunità, che da anni attende un futuro più certo e sostenibile.
La vicenda dell'Ilva rappresenta un caso emblematico delle difficoltà che caratterizzano le grandi privatizzazioni in Italia, un processo spesso complesso e delicato, in cui si intrecciano interessi nazionali, internazionali e le esigenze di una comunità che ha tanto investito nella sua storia industriale.
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