Resinovich: nuova perizia esclude il suicidio, ipotesi omicidio
Caso Resinovich: Tre Anni Dopo, la Superperizia Conferma l'Aggressione
Tre anni di attesa, tre anni di dolore, tre anni di incertezza. Finalmente, una superperizia ha confermato ciò che la famiglia di Liliana Resinovich sosteneva fin dall'inizio: la donna non si è suicidata, ma è stata brutalmente aggredita. Una notizia che arriva a distanza di molto tempo dalla tragica scoperta del corpo, lasciando un'amarezza profonda nei familiari.
Nicodemo Gentile, legale del fratello di Liliana, Sergio Resinovich, ha espresso tutta la sua amarezza per la lunghezza delle indagini: "Siamo sicuri che la Procura darà un nome e un cognome all’aggressore. Ma l’amarezza per il fatto che sono passati tre anni è tanta". Le parole dell'avvocato risuonano come un grido di giustizia, un'eco di un dolore che si protrae nel tempo, alimentato dalla speranza, ma anche dalla frustrazione di un percorso giudiziario lento e complesso.
La superperizia, condotta da esperti di chiara fama, ha lasciato pochi dubbi: le lesioni sul corpo di Liliana sono incompatibili con un suicidio. Si parla di un'aggressione violenta, che ha portato alla morte della donna. Questa conclusione, finalmente ufficiale, dà un nuovo impulso alle indagini, alimentando la speranza di fare luce su questo caso che ha tenuto banco per anni, generando un dibattito pubblico intenso e spesso lacerante.
La famiglia Resinovich, dopo anni di lotte e di incertezze, attende ora che la magistratura faccia chiarezza e che si arrivi finalmente alla verità. Il percorso è ancora lungo, ma la conferma dell'aggressione rappresenta un passo fondamentale verso la giustizia. Si spera che, alla luce di questa nuova evidenza, le indagini possano procedere con maggiore celerità, portando finalmente alla identificazione e alla condanna del colpevole. La verità, per i familiari di Liliana, è un'urgenza che non può essere più rimandata. È necessario che la giustizia faccia il suo corso, offrendo una risposta concreta al dolore e all'angoscia che li tormentano da troppo tempo.
L'avvocato Gentile ha concluso ribadendo la fiducia nella magistratura e la determinazione nel continuare a lottare per la verità: "Non ci fermeremo finché non sarà fatta giustizia per Liliana."
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