Tregua a Gaza per Ramadan e Pasqua: Israele dice sì, Hamas tituba
Netanyahu accetta il piano Witkoff, ma avverte: la tregua è a rischio
Gerusalemme - Il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha approvato il piano di mediazione proposto dall'inviato speciale statunitense Steve Witkoff per una tregua umanitaria nella striscia di Gaza. La decisione, annunciata ieri sera, prevede una tregua temporanea in occasione del Ramadan e della Pasqua, con la speranza di creare un'opportunità per negoziati più ampi sulla liberazione degli ostaggi palestinesi ancora in mano ad Hamas. Tuttavia, Netanyahu ha lanciato un chiaro avvertimento: "Se Hamas non accetta questa tregua e non dimostra una reale volontà di negoziare il rilascio degli ostaggi, le ostilità riprenderanno con ancora maggiore determinazione."
Il nodo centrale della crisi, come sottolineato dallo stesso Netanyahu, resta infatti la questione degli ostaggi. La liberazione dei cittadini israeliani prigionieri è una precondizione indispensabile per qualsiasi soluzione duratura del conflitto. L'amministrazione Biden, tramite l'inviato Witkoff, sta lavorando intensamente per facilitare il dialogo tra le due parti, cercando di creare un ambiente favorevole per una possibile soluzione diplomatica. La proposta prevede un cessate il fuoco condizionato, che potrebbe aprire la strada ad un più ampio scambio di prigionieri.
Da Gaza, però, arrivano segnali contrastanti. Hamas, pur non rifiutando apertamente il piano, non ha ancora espresso un chiaro assenso. Fonti vicine all'organizzazione palestinese hanno espresso scetticismo, sottolineando la necessità di garanzie concrete per la sicurezza della popolazione palestinese nella Striscia di Gaza, e chiedendo il sollevamento del blocco israeliano prima di qualsiasi impegno concreto. La situazione rimane quindi estremamente delicata e l'incertezza regna sovrana. La prossima settimana sarà cruciale per capire se la tregua temporanea potrà trasformarsi in una reale opportunità di pace, oppure se il conflitto riprenderà con rinnovata violenza.
L'attenzione della comunità internazionale è massima. Numerosi appelli alla calma e alla moderazione si stanno moltiplicando, con l'obiettivo di evitare una nuova escalation militare, che avrebbe conseguenze devastanti per la popolazione civile sia israeliana che palestinese. Il futuro prossimo dipenderà fortemente dalla volontà delle parti coinvolte di trovare un terreno comune e di privilegiare la via diplomatica alla violenza. Il mondo osserva con il fiato sospeso.
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