Ecco un titolo alternativo in italiano: **Trump e Zelensky: una sceneggiata imbarazzante**

Lo Studio Ovale come Set: **Il Teatro Politico nell'Era delle Serie TV**

Non c’è palco più riconoscibile al mondo dello Studio Ovale. Ma il teatro, quello vero, lo vedono in pochi. In questo tempo di crisi globali, servono le telecamere, i microfoni e una narrazione che possa raggiungere il grande pubblico. Serve la grammatica semplice di una serie tv: così, almeno, _sembra_, che capiscano tutti.

L'incontro, avvenuto quest'anno, tra figure di spicco della scena internazionale ha ricordato, a molti, la costruzione narrativa di un dramma televisivo. **Un copione, forse non scritto, ma certamente pensato per catturare l'attenzione del mondo**. Le dinamiche, le pose studiate, le parole scelte con cura: ogni dettaglio sembrava calibrato per massimizzare l'impatto mediatico.

Ci si interroga, in questo contesto, sul ruolo della comunicazione politica nell'era digitale.

Si tratta di informare, o di intrattenere? Di costruire ponti, o di alimentare divisioni? Le risposte, come spesso accade, sono complesse e sfaccettate. Ma una cosa è certa: lo Studio Ovale, più che mai, è diventato un palcoscenico globale, dove la politica si fa spettacolo e la realtà si confonde con la finzione.

La necessità di comunicare efficacemente, di raggiungere un pubblico sempre più ampio e frammentato, ha portato a un'evoluzione del linguaggio politico. Un linguaggio che, inevitabilmente, si avvicina sempre di più a quello delle serie tv, dei reality show, dei format che dominano il panorama mediatico contemporaneo. Un linguaggio che, però, rischia di banalizzare questioni complesse e di ridurre la politica a una semplice questione di immagine.

(02-03-2025 00:01)