Raqqa: Un'odissea curda tra le macerie.

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Raqqa: La Città Fantasma e l'Esodo Dimenticato



La polvere si alza, acre, mentre avanziamo tra le rovine di Raqqa. Un tempo capitale dello Stato Islamico, oggi è un paesaggio lunare costellato di edifici sventrati, scheletri di auto bruciate e un silenzio assordante interrotto solo dal vento che ulula tra le macerie.

La crisi umanitaria, lungi dall'essere risolta con la sconfitta dell'ISIS, si è incancrenita. Migliaia di persone, principalmente curdi, sono sfollate e vivono in campi profughi improvvisati ai margini della città. La ricostruzione promessa stenta a decollare, ostaggio di tensioni politiche e mancanza di fondi.

"Siamo tornati pensando di poter ricominciare", racconta Fatima, una donna curda di circa cinquant'anni, mentre stringe tra le mani una foto sbiadita della sua vecchia casa. "Ma non è rimasto nulla. Solo macerie e la paura che i combattenti di Daesh ritornino". Fatima, insieme ai suoi figli, vive in una tenda sovraffollata nel campo di Ain Issa, uno dei tanti centri di accoglienza temporanea che ospitano i rifugiati di Raqqa.

Le operazioni militari della coalizione a guida americana, pur decisive per sconfiggere l'ISIS, hanno contribuito in modo significativo alla distruzione della città. Le bombe hanno raso al suolo interi quartieri, rendendo Raqqa inabitabile per anni a venire. A questo si aggiunge l'opera devastante dei miliziani, che hanno minato strade e edifici prima di essere cacciati. Disinnescare questi ordigni è un'operazione complessa e pericolosa, che rallenta ulteriormente il processo di ricostruzione.

La situazione sanitaria è precaria. Mancano acqua potabile, medicine e servizi igienici adeguati. Le malattie infettive si diffondono rapidamente, soprattutto tra i bambini.

Le organizzazioni umanitarie, come la Mezzaluna Rossa Curda, stanno facendo il possibile per fornire assistenza ai rifugiati, ma le risorse sono limitate e le necessità immense.

"Abbiamo bisogno di tutto", implora Ahmed, un volontario della Mezzaluna Rossa. "Cibo, vestiti, medicine, ma soprattutto abbiamo bisogno di aiuto per ricostruire le nostre case e le nostre vite. Raqqa non può essere dimenticata".

La ricostruzione di Raqqa è una sfida immensa, che richiede un impegno internazionale coordinato. È necessario rimuovere le macerie, bonificare il territorio dalle mine, ripristinare i servizi essenziali e fornire sostegno psicologico alle vittime della guerra. Solo così Raqqa potrà rinascere dalle sue ceneri e i suoi abitanti potranno tornare a vivere con dignità. Un sito utile per approfondire la situazione dei rifugiati è quello dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR): UNHCR Italia```

(27-02-2025 19:25)