Raqqa: Sguardi curdi dalla terra dei profughi.
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Raqqa: Dalle Ceneri dell'ISIS a una Nuova Disperazione – Un'Esclusiva tra i Rifugiati Curdi
Raqqa, Siria - La città che un tempo pulsava come capitale del sedicente Stato Islamico è oggi uno spettro di macerie e dolore. A distanza di anni dalla sua liberazione, ottenuta con un costo umano incalcolabile, Raqqa affronta una nuova, straziante crisi umanitaria. Non solo le ferite fisiche inflitte dai combattimenti, sia da parte dei miliziani del Daesh che dai bombardamenti aerei della coalizione a guida americana, rimangono visibili e profonde, ma l'instabilità politica e la mancanza di risorse hanno gettato la popolazione in una condizione di precarietà senza precedenti.
Ho incontrato Fatima, una donna curda di mezza età che ha trovato rifugio in un campo profughi improvvisato alla periferia di Ain Issa. "Abbiamo perso tutto," mi ha detto con gli occhi velati di tristezza. "La nostra casa, i nostri averi, la nostra dignità." La sua storia è simile a quella di migliaia di altri rifugiati: famiglie sradicate, private dei mezzi di sussistenza e costrette a vivere in condizioni igienico-sanitarie precarie, con scarso accesso ad acqua potabile e cure mediche.
Le testimonianze raccolte dipingono un quadro desolante: il ritorno alla normalità è ostacolato dalla presenza di mine antiuomo e ordigni inesplosi che rendono pericoloso anche solo camminare per le strade. La ricostruzione procede a rilento, frenata dalla corruzione e dalla mancanza di fondi. L'amministrazione locale, guidata dalle Forze Democratiche Siriane (SDF), si trova ad affrontare sfide enormi, tra cui la gestione dei campi profughi, la fornitura di servizi essenziali e la garanzia della sicurezza in un'area ancora instabile.
Un giovane volontario di un'ONG locale, che preferisce rimanere anonimo per timore di ritorsioni, mi ha confidato: "La comunità internazionale ha dimenticato Raqqa. Le promesse di aiuto sono state disattese e la situazione peggiora di giorno in giorno." La sua frustrazione è palpabile: la mancanza di sostegno internazionale sta minando gli sforzi di chi, sul campo, cerca di alleviare le sofferenze della popolazione.
La situazione a Raqqa è un campanello d'allarme. Se non si interviene rapidamente con un piano di ricostruzione concreto e con un sostegno umanitario adeguato, il rischio è che la città sprofondi in un'altra spirale di violenza e disperazione, creando un terreno fertile per il ritorno dell'estremismo. È imperativo che la comunità internazionale si assuma le proprie responsabilità e non abbandoni la popolazione di Raqqa al proprio destino.
Ulteriori approfondimenti sulla situazione umanitaria in Siria sono disponibili sul sito del UNHCR.
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