Detenuta Rifferi denuncia aggressione in carcere, ma non si presenta in tribunale.
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Ergastolo per Alessia Pifferi, l'eco del caso arriva in aula: "Picchiata in carcere"
Milano - Svolta nel caso di Alessia Pifferi, la 38enne condannata all'ergastolo in primo grado per la morte della figlia Diana, di soli 18 mesi. L'aula del tribunale di Milano è tornata a riempirsi di tensione, sebbene l'imputata non fosse presente.
BRL'assenza di Pifferi è stata motivata dalle sue dichiarazioni, fatte pervenire tramite il suo legale, in cui afferma di essere stata vittima di aggressioni fisiche da parte di altre detenute all'interno del carcere di San Vittore. La donna, a quanto pare, si sentirebbe in pericolo e non avrebbe ritenuto opportuno presenziare all'udienza per motivi di sicurezza personale.
BRLa notizia delle presunte aggressioni ha sollevato un vespaio di polemiche. Mentre alcuni invocano una maggiore protezione per la detenuta, altri minimizzano l'accaduto, sottolineando la gravità del reato per il quale è stata condannata. Resta il fatto che la vicenda aggiunge un ulteriore tassello a un caso già di per sé drammatico e complesso.
BRIl processo, che ha visto la Pifferi accusata di omicidio volontario aggravato, si è concluso con la massima pena, una decisione che ha diviso l'opinione pubblica. L'accusa aveva sostenuto che la donna avesse lasciato la bambina da sola per sei giorni, senza cibo né acqua, causandone la morte per stenti. La difesa, al contrario, aveva puntato sull'incapacità di intendere e di volere della donna al momento del fatto.
BROra, con le nuove rivelazioni sulle presunte aggressioni subite in carcere, la situazione si complica ulteriormente. Sarà necessario fare luce su quanto accaduto all'interno del penitenziario e garantire la sicurezza di tutte le detenute. Il caso Pifferi, intanto, continua a tenere banco sulle cronache nazionali, alimentando un acceso dibattito sulla giustizia, la maternità e la condizione delle carceri italiane. La notizia giunge dopo che nei mesi scorsi la Corte ha negato la perizia psichiatrica, rifiutando la tesi della difesa.
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