Salvini frena: missione a Kiev solo con garanzie
Salvini: Il merito del dialogo è di Trump, non dell'UE. Sulle truppe a Kiev, chiede garanzie
Matteo Salvini ha rilanciato oggi la sua posizione sulla guerra in Ucraina, affermando che se si intravede uno spiraglio di dialogo, il merito è da attribuire a Donald Trump e non all'Unione Europea. Il leader della Lega ha espresso forti dubbi riguardo all'invio di soldati italiani a Kiev, sottolineando la necessità di garanzie concrete prima di prendere decisioni così importanti.
“Se c’è una possibilità, anche minima, di aprire un tavolo di negoziati per la pace, il merito non è certo della politica europea degli ultimi anni - ha dichiarato Salvini a margine di un evento - I fatti dimostrano che la linea dura non ha portato alcun risultato concreto. Al contrario, l'approccio proposto da Trump, pur con le sue contraddizioni, ha aperto, o potrebbe aprire, scenari diversi. Dobbiamo valutare attentamente le sue proposte e non escludere a priori alcun percorso che porti ad una soluzione pacifica”.
Sul delicato tema dell'invio di truppe italiane in Ucraina, Salvini si è mostrato estremamente cauto: “Prima di qualsiasi decisione, servono chiarezza e certezze. Quali sarebbero gli obiettivi militari? Quali le garanzie per la sicurezza dei nostri soldati? Non possiamo mandare i nostri ragazzi in una situazione di guerra senza avere una strategia chiara e un quadro preciso delle possibili conseguenze”. Ha poi aggiunto: “La priorità assoluta rimane la sicurezza degli italiani e la pace. Non possiamo correre rischi inutili, soprattutto in un conflitto così complesso e delicato”.
Le dichiarazioni di Salvini arrivano in un momento di crescente tensione internazionale, con la guerra in Ucraina che continua a mietere vittime e a destabilizzare l'Europa. La posizione del leader leghista, nettamente contraria a un intervento militare diretto, rappresenta una sfida alla linea sostenuta dal governo Meloni, che si è finora mostrata più allineata con le posizioni dell'UE e della NATO. Si apre quindi un nuovo capitolo nel dibattito politico italiano sulla guerra in Ucraina, con la Lega che rivendica un ruolo di primo piano nella ricerca di una soluzione diplomatica e nel contempo chiede la massima cautela sull’eventuale invio di truppe.
La posizione di Salvini, fortemente critica nei confronti delle sanzioni contro la Russia e promotrice di un dialogo immediato con Mosca, continua a generare polemiche. Nonostante le critiche, però, il leader leghista ribadisce la sua determinazione a perseguire una linea politica tesa a salvaguardare gli interessi nazionali e a promuovere la pace, anche se questo significa discostarsi dalle posizioni ufficiali del governo.
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