Il dolore di Cutro: le scuse del vicepresidente della Cei

Cutro, una veglia silenziosa nel ricordo delle vittime del naufragio

Cutro, 26 febbraio 2024. Un silenzio assordante, rotto solo dal pianto sommesso e dal crepitare delle candele. Sulla spiaggia, a pochi metri dal punto in cui la barca si è spezzata, causando la morte di decine di persone, tra cui 35 minori, si è svolta una toccante veglia. Una veglia per ricordare le vittime, per dare un volto ai numeri di una tragedia che ha scosso l'Italia e il mondo.

Fotografie, oggetti recuperati dalle acque, frammenti di vita strappati alla furia del mare: questi i simboli di un dolore immenso, condiviso dai sopravvissuti e dai parenti delle vittime, giunti da ogni angolo del mondo. Tra le lacrime e l'abbraccio silenzioso, si è cercato di dare un senso all'immane perdita, di onorare la memoria di chi non c'è più. Ogni candela accesa, ogni sguardo rivolto al mare, è stato un atto di fede e di speranza, una richiesta di giustizia che echeggia nel vento.

"Vi chiedo perdono", queste le parole cariche di dolore e di impotenza pronunciate dal vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana, Monsignor inserire qui il nome del vicepresidente della CEI, intervenuto alla veglia. Un perdono che suona come un grido di dolore collettivo, un riconoscimento della incapacità di evitare una tragedia che avrebbe potuto essere evitata. Un perdono che non cancella il dolore ma che, forse, contribuisce ad iniziare un cammino di riparazione e di riflessione sulle politiche migratorie.

La veglia di Cutro non è solo un momento di commemorazione, ma un forte appello alla memoria, un grido che si leva per chiedere un cambiamento. Un cambiamento che richiede una maggiore attenzione alle esigenze di chi fugge dalla guerra e dalla povertà, un cambiamento che esige maggiore solidarietà e un impegno concreto da parte delle istituzioni e di tutta la comunità internazionale per evitare che tragedie come questa si ripetano. Il buio della notte di Cutro, così come il buio della tragedia, deve illuminarsi con la luce della speranza e dell'impegno collettivo per un futuro migliore.

La comunità di Cutro, ferita ma non sconfitta, si stringe attorno alle famiglie delle vittime, nell'attesa che giustizia venga fatta e che la memoria di queste vite spezzate non venga mai dimenticata.

(26-02-2025 13:27)