**Cutro, il capitano: "Si sarebbero potuti evitare quei morti"**
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Cutro, il processo della verità: al via il 5 marzo l'udienza sui mancati soccorsi
Due anni dopo la tragica notte del naufragio davanti alle coste di Cutro, in Calabria, si apre il processo che dovrà far luce sulle presunte omissioni e i ritardi nei soccorsi che, secondo l'accusa, avrebbero potuto evitare la morte di decine di persone. La prima udienza è fissata per il 5 marzo presso il tribunale di Crotone.
Al centro del dibattimento, le testimonianze dei sopravvissuti e le accuse mosse dal capitano di una nave mercantile che si trovava in zona. "Potevamo salvarli", avrebbe dichiarato l'uomo agli inquirenti, sottolineando come le procedure di allerta e intervento, a suo dire, siano state insufficienti e tardive.
L'indagine, complessa e delicata, ha portato all'individuazione di una serie di presunte responsabilità. Saranno chiamati a testimoniare membri della Guardia Costiera, di Frontex e di altre autorità coinvolte nelle operazioni di soccorso in mare. L'obiettivo è accertare se ci furono negligenze o errori di valutazione che contribuirono al tragico bilancio delle vittime, tra cui numerosi bambini.
Le famiglie delle vittime, assistite da avvocati, chiedono giustizia e verità. Vogliono sapere perché, nonostante le segnalazioni e gli allarmi lanciati, non si è intervenuto tempestivamente per salvare vite umane. Il processo si preannuncia lungo e complesso, ma rappresenta un passo fondamentale per fare chiarezza su una vicenda che ha scosso profondamente l'opinione pubblica e riaperto il dibattito sull'accoglienza e la gestione dei flussi migratori nel Mediterraneo.
Maggiori informazioni sulla vicenda e sugli sviluppi processuali sono disponibili sul sito del Ministero dell'Interno.
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