**Cutro, il capitano: "Si sarebbero potuti evitare quei morti".**

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Cutro, il 5 marzo l'udienza chiave: "Potevamo evitarlo"

A due anni dalla tragedia di Cutro, si apre il processo per i presunti mancati soccorsi. La Procura di Crotone punta il dito contro le presunte omissioni che avrebbero contribuito al drammatico naufragio del 26 febbraio 2023, costato la vita a decine di migranti, tra cui molti bambini. La prima udienza è fissata per il 5 marzo e si preannuncia carica di tensione.

Le accuse sono pesanti: omicidio colposo plurimo e omissione di soccorso. Sotto processo, figurano ufficiali della Guardia Costiera e di Frontex. L'elemento centrale dell'accusa ruota attorno alla mancata attivazione immediata dei soccorsi, nonostante le segnalazioni di un'imbarcazione in difficoltà.

"Potevamo salvarli," è l'affermazione chiave che emerge dalle testimonianze raccolte durante le indagini. A pronunciarla sarebbe stato un capitano coinvolto nelle operazioni di avvistamento, che avrebbe espresso il suo disappunto per la catena di decisioni che ha portato al disastro. Queste parole, ora al centro del dibattimento processuale, sollevano interrogativi inquietanti sulla gestione dell'emergenza e sulle responsabilità individuali.

L'inchiesta ha ricostruito le ore precedenti al naufragio, evidenziando una serie di comunicazioni e valutazioni che, secondo l'accusa, non avrebbero tenuto conto della gravità della situazione. La difesa, dal canto suo, punta a dimostrare la correttezza delle procedure adottate e a contestare la sussistenza di un nesso causale tra le presunte omissioni e la tragedia.

Le famiglie delle vittime, rappresentate da diversi studi legali, attendono giustizia e verità. Il processo si preannuncia lungo e complesso, ma rappresenta un passo fondamentale per fare luce su una delle pagine più dolorose della storia recente dell'immigrazione nel nostro Paese.

Il naufragio di Cutro ha riaperto il dibattito sulle politiche migratorie e sulla necessità di rafforzare i meccanismi di soccorso in mare. ASGI ha spesso criticato le politiche di respingimento e la mancanza di canali di ingresso sicuri e legali, sottolineando come queste contribuiscano ad alimentare il traffico di esseri umani e a mettere a rischio la vita di migliaia di persone.

La giornata del 5 marzo sarà cruciale per comprendere la direzione che prenderà il processo e per dare un segnale di speranza alle famiglie che chiedono risposte.

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(26-02-2025 01:00)