Prescrizione per Unabomber: 20 anni dopo, niente risarcimento

Unabomber: la prescrizione spegne le speranze di giustizia

Vent'anni dopo, la prescrizione cancella la maggior parte dei reati contestati al cosiddetto "Unabomber". L'ordinanza, emessa di recente, ha sancito l'estinzione del procedimento per la quasi totalità degli attentati compiuti nel 2005. Una decisione che lascia un profondo senso di amarezza e frustrazione nelle vittime e nei loro familiari, privati del diritto a ottenere giustizia e risarcimento per le sofferenze patite.

Solo il caso dell'infermiere ferito nel 2006 rimane fuori dalla prescrizione, mantenendo aperta una flebile speranza di un qualche epilogo giudiziario. Una sentenza che evidenzia le criticità del sistema giudiziario italiano, soprattutto in relazione ai reati con tempi di indagine particolarmente lunghi.

"È una beffa", ha commentato un legale che assiste alcune delle vittime. "Dopo anni di attesa, di processi e di sofferenze indicibili, si arriva a questo punto. La prescrizione cancella tutto, lasciando un senso di impunità intollerabile."

La prescrizione, prevista dal codice penale italiano dopo vent'anni, ha di fatto archiviato una lunga e complessa vicenda giudiziaria. Le indagini, spesso intricate e complesse, hanno richiesto anni, lasciando così spazio all'estinzione del reato per la maggior parte degli eventi del 2005. La prosecuzione delle indagini per l'episodio del 2006 non garantisce la possibilità di un risarcimento per le altre vittime, lasciando un vuoto incolmabile.

La questione della prescrizione continua a essere al centro del dibattito politico e sociale. Molti esperti chiedono una riforma del sistema, per evitare che reati gravi, come quelli contestati al "Unabomber", rimangano impuniti a causa della lentezza della giustizia. Il caso solleva interrogativi sulla necessità di tempi processuali più rapidi ed efficienti, per garantire alle vittime il diritto a una giustizia tempestiva e completa. La mancanza di un adeguato risarcimento per la maggior parte delle vittime rappresenta un'ulteriore ingiustizia, sottolineando la fragilità del sistema di tutela dei diritti in casi di questo tipo.

L'impressione generale è che si sia persa una battaglia fondamentale nella lotta contro l'impunità. La vicenda, oltre alla portata umana, mette in luce la necessità di una profonda riflessione sul funzionamento della giustizia italiana e sulla sua capacità di rispondere in modo effettivo ed equo alle esigenze delle vittime di reati gravi.

(25-02-2025 14:55)