Netanyahu: carri armati in Cisgiordania fino al 2024
Strette nella morsa: Tulkarem, Nablus e Jenin in fiamme
La Cisgiordania sotto assedio: quarantamila palestinesi fuggono dai campi profughi dopo l'offensiva israeliana. Netanyahu annuncia: "I tank rimarranno fino al prossimo anno".La situazione in Cisgiordania è drammatica. Le città di Tulkarem, Nablus e Jenin sono teatro di intensi scontri tra forze israeliane e palestinesi. L'offensiva militare israeliana, iniziata nelle scorse settimane, ha causato un'ondata di fughe dalle zone più colpite. Secondo fonti delle agenzie umanitarie, circa quarantamila persone hanno abbandonato le proprie case nei campi profughi, in cerca di riparo e sicurezza. Le immagini che giungono dalla zona parlano di case distrutte, infrastrutture danneggiate e un clima di terrore crescente.
Il Primo Ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha dichiarato che la presenza militare in Cisgiordania sarà prolungata. "I nostri carri armati rimarranno in Cisgiordania fino al prossimo anno", ha affermato Netanyahu in una conferenza stampa, sottolineando la determinazione del governo israeliano a contrastare ciò che definisce "terrorismo". Questa dichiarazione ha suscitato forti proteste da parte della comunità internazionale e delle organizzazioni per i diritti umani, che denunciano la sproporzionata risposta militare israeliana e l'escalation della violenza.
Le organizzazioni umanitarie lanciano un appello alla comunità internazionale per fornire aiuti umanitari urgenti alle popolazioni colpite. La mancanza di cibo, acqua potabile e medicinali sta aggravando la situazione già critica. Molti profughi si trovano in condizioni precarie, senza accesso a servizi essenziali. L'UNICEF ha espresso profonda preoccupazione per la sicurezza dei bambini, molti dei quali sono stati costretti a lasciare le scuole e a vivere nel timore costante.
La comunità internazionale esorta alla de-escalation immediata e al ripristino del dialogo tra le parti. L'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani ha condannato fermamente la violenza e ha chiesto un'inchiesta indipendente sugli eventi. Anche l'Unione Europea ha espresso preoccupazione per l'escalation del conflitto e ha ribadito il suo impegno per una soluzione a due Stati, basata sulla sicurezza per entrambi i popoli.
La situazione rimane estremamente tesa e incerta. Gli scontri continuano e il rischio di un'ulteriore escalation della violenza è concreto. Il futuro dei cittadini palestinesi nei territori occupati rimane incerto, sotto la pesante presenza militare israeliana che, stando alle parole di Netanyahu, proseguirà per tutto il prossimo anno. Seguiremo gli sviluppi della situazione con attenzione, fornendo aggiornamenti costanti.
Fonti: Agenzie internazionali di notizie, organizzazioni umanitarie.
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