La mamma di Alberto Trentini chiede aiuto a Meloni: "Mio figlio è innocente"

Cento giorni di silenzio: la disperata richiesta di aiuto per Alberto Trentini

L’appello straziante della madre di Alberto Trentini, il cooperante arrestato in cento giorni fa, scuote l'Italia.

"Aiutatemi a riabbracciare mio figlio", è l'urlo silenzioso che emerge dalla lettera inviata alla Repubblica dalla madre di Alberto Trentini, il giovane cooperante detenuto da ormai cento giorni. Una lettera carica di dolore e speranza, un appello disperato rivolto alle istituzioni italiane, e in particolare alla Premier Giorgia Meloni, affinché si attivi concretamente per la liberazione del figlio.

Trentini, impegnato in attività umanitarie in , è stato arrestato il con l'accusa di . Da allora, la sua famiglia vive un calvario fatto di incertezze e di un silenzio assordante. La madre, nella sua lettera, descrive i giorni trascorsi come un’agonia, un lungo susseguirsi di telefonate, di tentativi di contatto con le autorità locali e con il ministero degli Esteri, spesso vani e frustranti.

"Alberto è il mio unico figlio, la mia vita", scrive la donna, le parole cariche di una sofferenza indicibile. "Non riesco a immaginare la vita senza di lui, non so più cosa fare, a chi rivolgermi. Spero che la premier Meloni possa ascoltare il mio grido di aiuto e intervenire con decisione per garantire il rimpatrio di mio figlio e la tutela dei suoi diritti".

La situazione appare sempre più critica. Le informazioni che giungono da sono frammentarie e spesso contraddittorie. La famiglia non ha ancora avuto modo di parlare direttamente con Alberto, e l’incertezza sulle sue condizioni di salute e sul trattamento ricevuto in carcere alimenta ulteriormente la loro angoscia.

L’appello della madre di Alberto si aggiunge alla crescente preoccupazione di numerose organizzazioni umanitarie e di quanti, in Italia, si battono per i diritti dei cooperanti. La vicenda evidenzia ancora una volta le difficoltà e i rischi che corrono coloro che operano in contesti fragili e instabili, mettendo a nudo la necessità di una maggiore protezione e di un supporto concreto da parte delle istituzioni italiane nei confronti di chi opera per costruire un mondo migliore.

La comunità internazionale è chiamata a fare pressione affinché si faccia luce sulla vicenda di Alberto Trentini e si assicuri il rispetto dei suoi diritti fondamentali. Il silenzio, a questo punto, non è più accettabile. È tempo di agire.

Per maggiori informazioni sul caso è possibile contattare .

(22-02-2025 23:22)