Washington frena risoluzione Onu su Kiev: "Troppa aggressività"
G7, incertezza sulla definizione della guerra in Ucraina: Zelensky atteso a Bruxelles
Un'ombra di divisione si profila sul fronte occidentale in merito alla guerra in Ucraina. Il vertice del G7, conclusosi recentemente, ha mostrato una sorprendente riluttanza a definire esplicitamente l'invasione russa come "aggressione". Questa posizione, che contrasta con la narrativa di molti Paesi europei e con la stessa opinione pubblica, ha sollevato interrogativi sulle strategie a lungo termine dell'Alleanza occidentale.
La scelta di non utilizzare un linguaggio più diretto, secondo alcune analisi, rifletterebbe la necessità di mantenere una certa apertura al dialogo con Mosca, pur condannando fermamente le azioni militari russe. Tuttavia, questa linea diplomatica più morbida è stata criticata da chi ritiene che l'indecisione sul piano linguistico indebolisca la posizione di Kiev e faciliti le manovre del Cremlino.
La situazione è ulteriormente complicata dalla visita di Volodymyr Zelensky a Bruxelles, prevista per lunedì, durante un vertice dei leader dell'Unione Europea. Il presidente ucraino si aspetta un forte sostegno e una chiara condanna dell'aggressione russa, ma l'ambiguità mostrata dal G7 potrebbe gettare un'ombra anche su questo incontro cruciale.
A peggiorare le cose, gli Stati Uniti hanno boicottato all'ONU una risoluzione a sostegno di Kiev, motivando la decisione con la necessità che l'Ucraina "abbassi i toni" nella sua retorica internazionale. Questa posizione americana ha suscitato forti perplessità, soprattutto in considerazione del fatto che gli USA sono stati tra i principali sostenitori dell'Ucraina fin dall'inizio del conflitto. La richiesta di "abbassare i toni" è stata interpretata da molti come un segnale di cautela strategica da parte di Washington, o forse di una crescente preoccupazione per la possibilità di una escalation del conflitto.
Il quadro complessivo è quindi molto complesso e incerto. La mancanza di un linguaggio univoco da parte dei leader occidentali, unita alle divergenze sulle strategie diplomatiche, potrebbero indebolire l'unità del fronte occidentale e aprire spazio a nuove iniziative diplomatiche russe.
Le prossime settimane saranno decisive per capire come si evolverà la situazione e se gli alleati occidentali riusciranno a trovare una posizione comune e un linguaggio più coerente e risoluto nella condanna dell'aggressione russa.
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