Gaza: Fatima Hassouna, giornalista uccisa dai bombardamenti israeliani

La "morte rumorosa" di Fatima Hassouna: una giornalista silenziosamente uccisa dalla guerra a Gaza
Gaza, 25 ottobre 2023 – La notizia è arrivata come un macigno, spezzando il silenzio assordante delle bombe: Fatima Hassouna, la reporter che per 18 mesi ha documentato con coraggio e determinazione la devastazione della Striscia di Gaza, è morta mercoledì scorso. La sua morte, avvenuta sotto le bombe israeliane, è solo l'ultima tragica testimonianza di una guerra che non risparmia nessuno, nemmeno coloro che cercano di raccontare la verità al mondo.
Secondo le ultime stime dell'ONU, sono già 209 i giornalisti uccisi nella guerra a Gaza. Un numero agghiacciante che evidenzia il pericolo mortale corso da chi cerca di dare voce ai silenziosi, a chi vive sotto le macerie della violenza. La scomparsa di Fatima lascia un vuoto incolmabile nel panorama del giornalismo internazionale. Il suo lavoro, coraggioso e implacabile, ha dato volto e nome a innumerevoli vittime, portando alla luce storie di sofferenza e disperazione. Il suo ricordo sarà per sempre legato al suo impegno tenace nella ricostruzione dei fatti, nella lotta per la verità in un contesto di guerra.
"Era una leonessa", ricorda con la voce rotta dal dolore un suo collega, rimasto anonimo per motivi di sicurezza. "Non si fermava davanti a niente, continuava a riprendere anche sotto il fuoco incrociato. Aveva un’incredibile determinazione, una passione per la verità che era contagiosa."
Altri colleghi superstiti, che hanno lavorato a fianco di Fatima, condividono testimonianze simili, descrivendola come una figura chiave nel raccontare la realtà di Gaza al mondo. Le loro parole, piene di dolore e rabbia, mettono in luce il sacrificio di chi, nonostante i pericoli, sceglie di documentare la guerra e di dar voce a chi non ne ha. Il loro dolore è una ferita aperta nella comunità giornalistica internazionale.
A maggio, al Festival di Cannes, verrà presentato un documentario dedicato a Fatima Hassouna, un tributo alla sua vita e al suo lavoro. Un’occasione per ricordare il suo sacrificio e per riaffermare l'importanza del giornalismo indipendente, anche e soprattutto in contesti di guerra. La sua storia, la sua "morte rumorosa" tra le bombe, deve essere un monito per la comunità internazionale, un grido silenzioso che ci ricorda il prezzo della verità in una guerra spietata. È un invito pressante a garantire la sicurezza dei giornalisti, a proteggere chi rischia la vita per documentare la verità e per dar voce a coloro che altrimenti resterebbero senza voce.
La sua eredità sarà il suo lavoro, la sua testimonianza, la sua verità. Un faro di speranza, anche nell'oscurità della guerra.
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