Condominio di Fidene: ergastolo per la strage delle quattro donne

Condominio di Fidene: ergastolo per la strage delle quattro donne

Ergastolo per Campiti, la strage di Fidene: quattro vittime innocenti

Roma, 14 febbraio 2023 - Si è conclusa con una sentenza di ergastolo la vicenda della strage di Fidene, avvenuta l'11 dicembre 2022. Claudio Campiti, l'uomo che aprì il fuoco durante una riunione del consorzio "Valleverde", causando la morte di quattro donne, è stato ritenuto colpevole dalla Prima Corte d'Assise della Capitale. La decisione, attesa con ansia da familiari e cittadini, pone finalmente un punto fermo su una tragedia che ha scosso profondamente la comunità romana.


La sentenza, emessa dopo un processo lungo e complesso, ha confermato la gravità del gesto di Campiti, che ha sparato all'impazzata contro i partecipanti all'assemblea condominiale, colpendo mortalmente quattro donne. L'accusa aveva chiesto l'ergastolo, sottolineando la premeditazione e la crudeltà dell'azione, e il giudice ha accolto pienamente le richieste. L'odio e la rabbia manifestati da Campiti durante la riunione, scatenati da precedenti contrasti legati alla gestione del condominio, si sono trasformati in un atto di violenza inaudita, lasciando dietro di sé un dolore immenso e un vuoto incolmabile.


Le vittime, tutte donne, erano residenti nello stabile di via Monte della Croce. Le loro famiglie, presenti in aula durante la lettura della sentenza, hanno espresso sollievo per la decisione, pur non riuscendo a colmare la profonda ferita causata da questo tragico evento. La sentenza, oltre a rappresentare giustizia per le vittime, si spera possa contribuire a garantire maggiore sicurezza e a prevenire simili episodi di violenza. La strage di Fidene rimane un monito sulla necessità di affrontare i conflitti sociali con modalità civili e costruttive, evitando che la rabbia e la frustrazione degenerino in atti di tale efferatezza.


Il processo ha fatto emergere dettagli agghiaccianti sulla dinamica della sparatoria, sulla freddezza con cui Campiti ha agito e sulla sua totale mancanza di rimorso. La Corte ha considerato le prove raccolte, tra cui testimonianze e perizie balistiche, sufficienti a stabilire inequivocabilmente la sua responsabilità. La gravità del crimine e la sua brutalità hanno pesato in modo determinante nella decisione del giudice di infliggere la pena massima.


La speranza è che questa sentenza possa aiutare a curare le ferite di una comunità ancora scossa da questa tragedia, e che la memoria delle vittime venga onorata con un impegno concreto per la prevenzione della violenza e la promozione della sicurezza sociale. La lotta contro la violenza, infatti, non si esaurisce con una singola sentenza, ma richiede un impegno costante da parte di tutta la società.

(16-04-2025 19:44)