Stati Uniti frenano condanna Russia per massacro di Sumy

USA frenano la condanna al G7 per la strage di Sumy: priorità ai canali diplomatici con Mosca
Gli Stati Uniti hanno deciso di non firmare la dichiarazione congiunta del G7 che condannava fermamente la Russia per il bombardamento di Sumy, in Ucraina, che ha causato numerose vittime civili. La decisione americana, comunicata nel corso del vertice, ha suscitato perplessità e critiche da parte degli alleati. Secondo fonti diplomatiche, la Casa Bianca avrebbe giustificato la propria posizione con la necessità di "preservare i canali di trattativa con Mosca" e di evitare di chiudere ogni possibile via al dialogo, anche in una situazione di grave conflitto come quella attuale.
La scelta di Washington è stata fortemente contrastata da diversi paesi del G7, che hanno sottolineato la gravità dell'attacco a Sumy e l'urgenza di una risposta internazionale unitaria e decisa. La mancanza di una condanna univoca da parte del gruppo dei sette paesi più industrializzati del mondo rappresenta un segnale di debolezza nel fronte occidentale, alimentando i timori di una crescente divisione strategica sull'approccio alla guerra in Ucraina.
Intanto, in Ucraina, il Presidente Volodymyr Zelensky ha proceduto alla destituzione del funzionario responsabile dell'organizzazione della cerimonia militare che è stata colpita dal bombardamento russo a Sumy. La decisione, annunciata attraverso un comunicato ufficiale della presidenza ucraina, sottolinea la volontà del governo di Kiev di accertare le responsabilità e di adottare misure severe contro eventuali negligenze che potrebbero aver contribuito alla tragedia. Le indagini sono in corso per chiarire le circostanze dell'accaduto e accertare se vi siano state eventuali omissioni o errori nella valutazione del rischio.
La vicenda di Sumy evidenzia la complessità della situazione in Ucraina e le difficoltà nel trovare un equilibrio tra la necessità di condannare le azioni della Russia e il mantenimento di una possibile via al dialogo. La posizione degli Stati Uniti, pur motivata dalla volontà di mantenere aperte le strade diplomatiche, rischia di mandare un segnale contraddittorio e di indebolire la posizione dell'Occidente di fronte alle aggressioni russe. La situazione resta dunque molto tesa e l'evoluzione degli eventi nei prossimi giorni sarà determinante per capire le reali conseguenze di questa scelta controversa.
Per ulteriori approfondimenti:
(