Campania: la Consulta stoppa il terzo mandato

Campania: la Consulta stoppa il terzo mandato

Terzo Mandato: la Consulta boccia la legge campana, incostituzionale il ritorno dei governatori bis

La Corte Costituzionale ha sancito l'incostituzionalità della legge regionale campana che consentiva al presidente della Giunta uscente, dopo due mandati consecutivi, di ricandidarsi per un terzo mandato. La sentenza, emessa nel corso dell'anno 2024, segna un importante precedente per tutte le Regioni italiane, ribadendo il principio di limitazione dei mandati per garantire il rinnovamento delle classi dirigenti e prevenire l’accentramento del potere.

La decisione della Consulta si basa sul principio di rotazione degli incarichi elettivi, fondamentale per una sana democrazia. La possibilità di un terzo mandato consecutivo, secondo i giudici costituzionali, comporta un rischio di consolidamento del potere personale, limitando la competizione politica e la rappresentatività delle istituzioni. La Corte ha rilevato come la norma campana contrastasse con i principi generali dell’ordinamento e con la necessità di assicurare una effettiva alternanza al governo regionale.

La sentenza avrà ripercussioni importanti su tutto il territorio nazionale. Le altre Regioni italiane che avevano adottato o stavano valutando norme analoghe dovranno ora rivedere le proprie legislazioni, adeguandole alla pronuncia della Corte Costituzionale. Si apre, dunque, una fase di riordino normativo, con l’obiettivo di garantire un equilibrio tra la volontà popolare e la necessità di evitare eccessivi concentramento del potere nelle mani di un singolo governatore.

L'effetto della sentenza non si limita alla sola Campania. Il dibattito politico nazionale si concentrerà ora sulla necessità di una legge nazionale che regoli in modo uniforme la durata dei mandati presidenziali regionali, evitando disparità di trattamento tra le diverse realtà territoriali. L’auspicio è quello di giungere a una soluzione condivisa che garantisca la stabilità istituzionale, ma anche il rispetto dei principi fondamentali della democrazia rappresentativa.

La decisione della Corte Costituzionale rappresenta un chiaro segnale: il rinnovamento delle classi dirigenti e la limitazione dei mandati sono elementi imprescindibili per una sana gestione della cosa pubblica e per la piena realizzazione dei principi democratici. Il futuro vedrà un maggiore rigore nell'applicazione di questo principio a livello regionale, a tutela della rappresentanza e del buon governo.

(09-04-2025 17:59)