Nuovi programmi scolastici: il questionario del Ministero è inutile?

Questionario online sui nuovi programmi: la protesta dei docenti
È partita la consultazione online del Ministero dell'Istruzione sui nuovi programmi scolastici, ma la risposta del mondo della scuola è tutt'altro che entusiasta. Un formulario a risposta multipla, messo a disposizione dei docenti e dei dirigenti scolastici, è stato accolto con un coro di critiche. La principale accusa? L'impossibilità di esprimere pareri realmente negativi o sfumature di pensiero.
"Questo non è un vero ascolto", tuona Mario Rossi, rappresentante sindacale di un'importante organizzazione di insegnanti. "Il questionario è una farsa. Le domande sono strutturate in modo tale da indirizzare le risposte verso un consenso preconfezionato. Non c'è spazio per esprimere criticità, per evidenziare le reali difficoltà di applicazione dei nuovi programmi o per proporre alternative concrete. Si tratta di una semplice raccolta dati, non di una reale consultazione".
La denuncia di Rossi è condivisa da molti altri docenti. Su diversi forum online e gruppi social, si moltiplicano i messaggi di protesta. Molti insegnanti affermano di non voler partecipare al questionario, ritenendolo un esercizio inutile e persino offensivo. L'impressione diffusa è che il Ministero stia cercando solo una convalida superficiale delle proprie scelte, senza un reale interesse a recepire le voci del campo.
"Abbiamo lavorato duramente per preparare le nostre osservazioni, ma ci troviamo di fronte a un muro di risposte preconfezionate", dichiara Anna Bianchi, preside di un Istituto Comprensivo di Roma. "Il sistema di domande a scelta multipla non permette di esprimere la complessità delle problematiche legate all'implementazione dei nuovi programmi. È frustrante e scoraggiante".
Il Ministero dell'Istruzione, al momento, non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito alle critiche sollevate. Resta da capire se e come l'Amministrazione intende rispondere alle proteste e se prenderà in considerazione la possibilità di rivedere il metodo di consultazione, aprendo a forme di dialogo più aperte e inclusive, magari prevedendo anche la possibilità di inserire commenti liberi aperti e non solo a risposte predefinite. La partecipazione, in questo clima di malcontento, è destinata a essere significativamente inferiore alle aspettative, vanificando di fatto l'obbiettivo di una consultazione effettivamente partecipativa.
La situazione evidenzia un'ulteriore frattura tra il Ministero e il mondo della scuola, già provato da anni di tagli, precarietà e scarsità di risorse. La speranza è che questo episodio possa rappresentare un'occasione per riaprire un dialogo costruttivo e per trovare soluzioni condivise per il futuro dell'istruzione italiana.
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