Giornalista ucciso a Gaza: Hossam Shabat, la 208esima vittima israeliana

Giornalista ucciso a Gaza: Hossam Shabat, la 208esima vittima israeliana

Omicidio di Hossam Shabat: un drone israeliano colpisce un'auto di Al Jazeera. Il grido di disperazione di un giornalista

Gaza - Un nuovo lutto si è abbattuto sulla comunità giornalistica internazionale. Hossam Shabat, giornalista di Al Jazeera, è stato ucciso da un drone israeliano mentre si trovava a bordo di un'auto con le insegne della testata. L'esercito israeliano e lo Shin Bet hanno confermato l'attacco, affermando che Shabat fosse legato ad Hamas.


La notizia ha scosso il mondo. Su un profilo social, poco prima dell'attacco, Shabat ha pubblicato un agghiacciante messaggio: "Se leggete queste parole vuol dire che sono morto. Non lasciate che il mondo si volti dall’altra parte". Un grido disperato, un testamento di un uomo consapevole del pericolo che incombeva e della possibile indifferenza internazionale. Questo ultimo post è diventato un simbolo di una tragedia che ha travolto non solo Shabat ma, ancora una volta, la libertà di stampa nella striscia di Gaza.


La morte di Shabat porta il numero di giornalisti uccisi durante il conflitto in corso a Gaza a 208, secondo i dati raccolti da diverse organizzazioni per i diritti umani. Questa cifra sconvolgente sottolinea l'estrema pericolosità del lavoro giornalistico in zone di guerra e la necessità di una maggiore protezione per chi opera sul campo. Le circostanze della sua morte, con l'utilizzo di un drone che ha colpito un veicolo chiaramente identificabile come appartenente ad una testata giornalistica internazionale, solleva gravi questioni sulla proporzionalità e la legalità dell'azione militare israeliana.


L'uccisione di Shabat è un'ulteriore macchia sulla già complessa situazione a Gaza. Le organizzazioni internazionali per i diritti umani chiedono un'indagine indipendente e trasparente per accertare le circostanze della sua morte e per assicurare che i responsabili vengano chiamati a rispondere delle loro azioni. La comunità internazionale deve condannare fermamente questo atto e richiedere una maggiore protezione per i giornalisti che operano nelle zone di conflitto. La richiesta di Shabat, di non lasciare che il mondo si volti dall'altra parte, deve essere accolta come un appello all'azione, un monito a non dimenticare la libertà di informazione e il sacrificio di coloro che la difendono a costo della propria vita.


La redazione si unisce al cordoglio per la perdita di Hossam Shabat e si impegna a continuare a informare con verità e responsabilità.

(25-03-2025 13:09)