Scontro sulla politica estera: Tajani frena Salvini dopo la chiamata con Vance

Tensioni nel Governo: Salvini smentisce scontro con Meloni, ma la telefonata con Vance accende gli animi
La politica estera italiana è tornata al centro del dibattito politico, dopo una telefonata tra il Ministro dell'Interno Matteo Salvini e l'ambasciatore americano in Italia, Mary Ray Vance, che ha scatenato una reazione stizzita da parte del Ministro degli Esteri Antonio Tajani. La vicenda, che arriva in un momento di crescente attenzione internazionale, ha visto il leader della Lega smentire categoricamente qualsiasi contrasto con la Premier Giorgia Meloni sulle scelte strategiche del governo.
"Nessuna divergenza con la Presidente del Consiglio", ha affermato Salvini, puntualizzando la sua totale condivisione con le linee guida della politica estera italiana. Tuttavia, la telefonata con l'ambasciatrice americana, i cui contenuti non sono stati resi noti pubblicamente, ha sollevato perplessità all'interno del governo, alimentando voci su possibili divergenze di vedute sulle strategie internazionali.
La reazione più netta è arrivata da Antonio Tajani, che ha espresso un certo disappunto riguardo alla comunicazione parallela con l'ambasciatore USA. "La politica estera la facciamo io e la premier", ha dichiarato Tajani con fermezza, sottolineando l'importanza del coordinamento istituzionale nelle relazioni internazionali. Le sue parole sono state interpretate come un chiaro richiamo all'unità di azione governativa in materia di politica estera, un settore che richiede coerenza e coordinamento per garantire l'efficacia dell'azione diplomatica italiana.
L'episodio mette in luce le delicate dinamiche interne alla maggioranza di governo, anche se le smentite ufficiali cercano di minimizzare l'accaduto. Resta però la sensazione che la telefonata tra Salvini e Vance abbia aperto una breccia nel fronte compatto che il governo cerca di mostrare sulla scena internazionale. La vicenda pone l'accento sull'importanza di una chiara definizione dei ruoli e delle competenze in materia di politica estera, per evitare future tensioni e garantire la stabilità del governo in un contesto internazionale complesso e in continua evoluzione. L'attenzione dei media e dell'opinione pubblica resta alta, in attesa di ulteriori sviluppi che potrebbero chiarire ulteriormente la situazione.
Il futuro dirà se questa apparente "crisi di comunicazione" rimarrà un episodio isolato o se invece rappresenterà un campanello d'allarme su possibili divergenze più profonde all'interno del governo Meloni.
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